Manuele Bertoli
Asilo: leggere male e contare malissimo
©Gabriele Putzu
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Redazione
un giorno fa
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 Il signor Flavio Lafranchi, dopo il presidente dell’UDC Piero Marchesi (CdT del 15 maggio), contesta una mia affermazione riprodotta su un articolo apparso il 9 maggio scorso sul Corriere del Ticino, questa: “Nel 2023 la spesa federale per la politica della migrazione è stata di 3.4 miliardi, ma l’incidenza sui contribuenti tramite l’imposta federale diretta è stata mediamente di 68 franchi a testa, molto meno per i contribuenti di classe non benestante”. Da dove arriva questo importo? Come detto espressamente nella frase appena riportata, sempre che la si legga bene, l’importo riguarda l’incidenza per testa di questa spesa sull’imposta federale diretta delle persone fisiche, quell’imposta che dobbiamo pagare tutti in base alla nostra capacità finanziaria e che nel 2023 ha rappresentato solo il 17% degli introiti federali, non il 100%. La paletta delle entrate della Confederazione è infatti molto ampia, per il genere di ricavi e per la natura di chi deve pagare ogni singola tassa, per cui è sbagliato dividere i costi per il numero di abitanti senza tener conto del fatto che una parte consistente di essi, quindi anche dei costi della politica d’asilo, viene giustamente coperta da introiti per nulla obbligatori o non legati direttamente ai cittadini contribuenti come li si intende normalmente. Nei conti della Confederazione vi sono ricavi per tasse che dipendono da comportamenti individuali totalmente liberi (per esempio le tasse di bollo o di emissione, che toccano solo chi conduce operazioni finanziarie o commerciali che le prevedono), vi è l’imposizione di certi consumi del tutto liberi (per esempio le tasse sul tabacco, sugli alcoolici o sulle case da gioco, che ovviamente non toccano chi non fa questi acquisti di beni o servizi), vi sono introiti pagati da soggetti esteri (la tassa sul traffico pesante o i dazi), vi sono risorse provenienti dalle imprese (imposta federale sulle persone giuridiche) e vi sono entrate dirette diverse che non colpiscono direttamente i contribuenti. Per questo il risultato medio pro capite da me proposto considera questa particolarità.

Avrei potuto o dovuto prendere in conto anche l’IVA (nel 2023 essa ha rappresentato il 32% degli introiti federali), ma siccome anch’essa dipende dal volume dei consumi, quindi anche da quelli del tutto inutili inerenti a scelte personali, bisognerebbe probabilmente considerarne solo una parte. Con parte dell’IVA il costo medio obbligatorio della politica d’asilo per persona potrebbe crescere a 130-150 franchi all’anno, una cifra più alta dei 68 franchi iniziali, ma comunque contenuta per una politica fondamentale come quella dedicata alla protezione delle persone in fuga da guerra e violenza.

Come dice Laffranchi, l’aritmetica non è un’opinione, ma bisogna contare bene, dopo aver letto bene. Probabilmente egli, che per sua stessa ammissione ha frequentato una scuola vecchia fatta di scapaccioni e frustrazioni, ha appreso poco. Ma si tranquillizzi, oggi grazie a molte riforme le scuole non usano più questi sistemi e danno risultati migliori, anche in lettura e in aritmetica.

Manuele Bertoli

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