Graziano Besana
“Arrocchino”: 5 ore buie della politica ticinese
Redazione
5 giorni fa
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Il recente "arrocchino" tra il Dipartimento delle Istituzioni e il Dipartimento del Territorio altro non è che l’arrocco del mese di giugno, diverso nella forma, ma simile nella sostanza. La si potrebbe definire una goffa operazione di potere, mascherata da riorganizzazione funzionale. La narrativa ufficiale parla di sinergie e ottimizzazione, ma la realtà è più probabilmente una manovra elettorale per “salvare capra e cavoli”. L’operazione appare solo come un travestimento e dietro parole come “trasversalità” e "semplificazione" si nasconde verosimilmente una strategia di sopravvivenza partitica.

La Lega dei Ticinesi, consapevole di non poter contare nel 2027 su un risultato tale da garantirle nuovamente e con assoluta certezza due Consiglieri di Stato, ha scelto di blindare il Dipartimento del Territorio (DT), l’unico con un portafoglio vero e proprio, con c.a 270 milioni di franchi all’anno, destinati alle opere pubbliche. Il DT, non a caso, è un dipartimento ambito che gode del sostegno interessato degli ambienti economici ed è un indiscutibile generatore di voti. Spostandolo ora, sotto la guida del Consigliere di Stato che ha la maggiore probabilità di rielezione, offre un’ulteriore garanzia di presenza e continuità in governo.

Ma ancora più deludente e deplorevole dell’”arrocchino”, è l’atteggiamento dei partiti di governo (PLR, Centro, PS): inconsistenti rimproveri di facciata, un’inutile interpellanza parlamentare che giungerà fuori tempo massimo, ma soprattutto nessuna intenzione di firmare la richiesta di seduta straordinaria da depositare entro il 15 luglio. Complicità silenziosa e vergognosa!

Su autorevoli giornali d’oltre Gottardo si parla di scandalo ed a giusta a ragione.

Le ticinesi e i ticinesi si meritano un dibattito serio, non indegni giochi di palazzo. La politica concreta non antepone gli interessi di bottega alla trasparenza, alla responsabilità e al rispetto per le reali necessità dei cittadini.

Chi oggi tace o minimizza l’”arrocchino”, si assume la responsabilità politica di questa deriva, che relega definitivamente il nostro cantone a fanalino di coda della Svizzera. Chi lo promuove, non lo fa probabilmente per il bene del Cantone, ma forse e piuttosto per garantirsi ancora un po’ di potere prima che gli elettori magari glielo tolgano.

Graziano Besana, sostenitore di Avanti con Ticino&Lavoro

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