
di Claudia Prati – Presidente Comitato SACD-VPOD
Ogni giorno entro nelle case di persone anziane, spesso sole, e porto cure, ma anche ascolto e dignità. Un sorriso, una parola gentile, una mano tesa: sono questi i gesti che rendono speciale il mio lavoro. Vengo accolta con gratitudine, perché per un attimo, la solitudine fa meno paura. In quei momenti sento di fare davvero la differenza. Eppure, ogni sera torno a casa sfinita. I chilometri sono tanti, le pause troppo poche, il tempo per rifiatare quasi inesistente. La stanchezza si fa sentire nel corpo e nella mente, e mi chiedo quanto potrò andare avanti così. Questo lavoro che amo profondamente, oggi sta mettendo a dura prova la mia salute e il mio equilibrio.
La vita della cura a domicilio
La mia storia non è unica. È la realtà quotidiana di tante operatrici e operatori delle cure a domicilio, anche qui in Ticino. Lavoriamo lontano dai riflettori, in silenzio, ma offriamo un servizio essenziale alla nostra comunità. E lo facciamo con empatia e dedizione. Siamo presenti, non solo fisicamente ma anche emotivamente, ogni giorno.
Le condizioni
Tuttavia, le condizioni in cui ci troviamo a operare sono sempre più difficili. I turni spezzati ci costringono a percorrere lunghe distanze, senza il tempo necessario per recuperare tra un intervento e l’altro. I salari non sono adeguati rispetto al costo della vita in Svizzera, tra i più alti al mondo (!), e non riflettono l’impegno e la responsabilità che il nostro lavoro comporta. La nostra vita privata è spesso sacrificata: il tempo per noi stessi è ridotto al minimo, e finiamo per trascurare la nostra salute e il nostro benessere pur di rispondere ai bisogni degli altri. In più, il carico emotivo è enorme, e raramente troviamo il supporto psicologico di cui avremmo bisogno. Troppe volte affrontiamo tutto da soli, con il rischio di esaurirci del tutto.
L'invito
Non chiediamo privilegi, chiediamo rispetto. Chiediamo che il nostro lavoro venga finalmente riconosciuto per ciò che è: fondamentale. Vogliamo poterci prendere cura degli altri senza dover sacrificare noi stessi. Vogliamo continuare a fare il nostro mestiere con la dignità che meritiamo. Il 15 giugno, votare SÌ all’iniziativa VPOD significa dire: "Ti vedo, ti riconosco, ti sostengo." È un atto di giustizia verso tutte le lavoratrici e i lavoratori che ogni giorno, con discrezione e dedizione, portano conforto dove c’è più bisogno. Scegliamo un Ticino dove chi cura possa farlo con serenità, senza dover scegliere tra il proprio benessere e quello degli altri.