
Lo smartphone è uno strumento da demonizzare per i nostri giovani ai giorni nostri?
Direi proprio di no. È uno strumento sicuramente utile sia per le necessità quotidiane, sia per il tempo libero.
Potremmo porci la stessa domanda per i veicoli a due ruote. La moto di grossa cilindrata che mi permette di andare in vacanza è un veicolo da demonizzare perché pericoloso?
Direi proprio di no. Direi però che la domanda corretta è questa: come ho potuto accedere a questo mezzo che, oltre ad essermi utile per gli spostamenti professionali, mi permette pure di vivere esperienze di viaggi e di socializzazione nelle uscite con gruppi di amici?
È andata così: quando ero alla scuola elementare mi è stato insegnato ad andare in bicicletta, all’età di 14 anni sono passato a un veicolo a motore con velocità ufficiale di 35 km orari (il buon “motorino”). Poi, dai 18 anni, ho potuto acquistare una moto dalla cilindrata massima di 125 cm3. Infine, dopo due anni e acquisita la dovuta esperienza, mi è stato consentito dalla legge di poter fare l’esame per guidare moto di cilindrata e potenza superiore.
Ma perché parlo di moto quando ho proposto un titolo che riguarda gli smartphone?
Semplicemente per poter fare un paragone. Infatti, se per l'uno la legge obbliga a seguire un percorso di formazione (corsi di formazione/sensibilizzazione e inquadramento giuridico) per ottenere il diritto a utilizzarlo, per l'altro non è previsto alcun percorso di accompagnamento.
Quindi, perché sin dalla scuola elementare mettiamo nelle mani dei nostri figli questi smartphone che, se non gestiti nel modo corretto senza una dovuta istruzione o almeno un approccio critico e maturo, vengono usati dai nostri giovanissimi con modalità che ormai preoccupano tutti - genitori, educatori, psicologi - e con effetti a volte dannosi - se non devastanti - per la loro psiche e per una loro armoniosa crescita emotiva e sociale?
Discutendo di questo tema con alcuni genitori che conosco o che ho conosciuto come docente e direttore di scuola media, mi veniva segnalato che questi apparecchi facilitano la comunicazione all’interno della famiglia, sia per rintracciare che per essere rintracciati.
Ammetto che ai giorni nostri, per moltissime famiglie, sia ormai necessaria una comunicazione rapida ed efficace. Ma allora perché non acquistiamo per i nostri giovanissimi figli dei normali cellulari (non smartphone) con i quali si possono effettuare e ricevere telefonate o inviare i buoni vecchi e apprezzati SMS?
Il costo di questi apparecchi parte da 20 fr.- e il servizio che rendono per la comunicazione intrafamiliare è sicuramente pari a quella degli smartphone.
Ciò corrisponderebbe all’acquisto di una bicicletta o di un piccolo scooter e si permetterebbe così ai più giovani di iniziare a vivere l’esperienza delle telecomunicazioni senza incorrere in disavventure. Inoltre, come genitori, si avrebbe il tempo di chiarire meglio le modalità di utilizzo dei telefoni più performanti.
A questo proposito inviterei tutti i genitori, anche quelli che si considerano già “imparati su tutto”, a volersi informare sulle gravi conseguenze che l’utilizzo improprio di questi mezzi digitali può causare ai nostri giovani.
Termino con un plauso alla futura iniziativa de “il Centro” che chiederà di lasciare gli smartphone fuori dalla scuola. È sicuramente un primo passo a favore di un maggior benessere dei nostri giovani. In questa iniziativa vedo unicamente un aspetto delicato: si attribuisce alla scuola una connotazione di istituzione che pone dei limiti agli allievi, invece di essere un luogo dove si motivano i nostri giovani a crescere in modo consapevole e critico.
Considerando, inoltre, che la maggior parte dei casi di uso improprio di questi mezzi e di cyberbullismo si svolge fuori dagli orari scolastici auspicherei che, dopo questo primo passo volto alla limitazione dell’uso dello smartphone nella scuola, la politica si attivi per una regolamentazione federale che ponga dei limiti di età per il suo uso (anche al di fuori degli spazi scolastici) come è il caso per alcool e tabacco.
Stelio Belloni, ex docente e direttore di scuola media e consigliere comunale “il Centro” a Morbio Inferiore