
Il mondo ha fame di energia ma le attuali tecnologie verdi, tra cui spiccano solare, fotovoltaico, eolico e geotermico, risultano ancora oggi incapaci di soddisfare appieno le ingenti richieste dell’umanità.Le centrali nucleari, allo stato attuale, risultano le sole capaci di produrre quanto ci serve, ma i dubbi sulla sicurezza sono elevatissimi, tanto è che i sostenitori di tale tecnologia sono favorevoli alla costruzione di nuovi reattori a condizione che gli stessi vengano piazzati nel giardino di qualcun altro: insomma, lontano dalla loro abitazione.Un’equipe di ricercatori americani sembra esser tuttavia riuscita a sviluppare un reattore che mette tutti d’accordo. Si chiama Compact Fusion Neutron Source (CFNS) e, frutto degli studi condotti all'Institute for Fusion Studies dell'Università del Texas, è l’unico che in un colpo solo elimina il problema energetico, quello del confinamento degli atomi di uranio e dello smaltimento dei rifiuti radioattivi.Il reattore, che unisce il meglio della fissione a quello della classica fusione nucleare, produce neutroni che vengono prodotti attraverso fusione nucleare e immediatamente utilizzati per incrementare la reazione di fissione: questo permette alla centrale di smaltire autonomamente, e senza conseguenze, la quasi totalità dei rifiuti radioattivi.Il processo di fusione, ha spiegato Mike Kotschenreuther, responsabile del progetto, “non serve dunque per la produzione diretta di energia ma per smaltire il 99% degli scarti della fissione: da questo processo si ottengono poi grandissimi quantitativi di energia”.Il segreto del Compact Fusion Neutron Source si nasconde in un sistema ribattezzato Super X Divertor, capace di gestire enormi quantità di calore che altrimenti riuscirebbero a distruggere l'intero impianto.La nuova ipotetica centrale ibrida avrebbe inoltre il vantaggio di poter sfruttare uranio e torio non arricchiti, rendendo meno complicato regolare l'output energetico delle reazioni e allontanare l’incubo del famigerato meltdown, che popola i sonni di molti attivisti anti-nucleare. Insomma le ipotetiche nuove centrali CFNS sembrano avere tutte le carte in regola per conquistare anche i più scettici.Nell'attesa che i governi puntino alle energie rinnovabili: di certo, prima di vederne una in funzione, si dovranno attendere degli anni. Secondo gli esperti la prima vedrà la luce intorno al 2020. Nel frattempo, piuttosto che costruire dei nuovi ma pur sempre tecnologicamente vecchi reattori nucleari, i vari governi potrebbero concentrare gli sforzi economici e sostenere con maggior vigore chi vorrebbe puntare anche sulle energie rinnovabili.Tiscali notizie
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