
Il 2021 non ha fatto registrare alcun progresso sugli Obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) adottati dall’Onu nel 2015 con l’Agenda 2030. È quanto si legge sul rapporto annuale delle Rete per le soluzioni di sviluppo sostenibile, il network internazionale di esperti in materia. L’indice che misura il progresso verso i 17 obiettivi lo scorso anno è leggermente diminuito a causa delle conseguenze della pandemia, in particolare per quanto riguarda “Sconfiggere la povertà“ e “Lavoro dignitoso e crescita economica” e delle scarse prestazioni sugli Obiettivi “Clima”, “Biodiversità“ e “Sviluppo urbano sostenibile”. Il rapporto, inoltre, mostra come i paesi ricchi generino ricadute socioeconomiche e ambientali negative sui paesi più poveri, in particolare attraverso consumi non sostenibili.
Europa prima della classe
Finlandia, Danimarca, Svezia e Norvegia sono in vetta alla classifica dei paesi che più stanno facendo per raggiungere gli Obiettivi di sviluppo sostenibile, mentre la Svizzera è ottava. I primi 10 paesi, su un totale di 163, sono europei. I paesi nordici dimostrano un sostegno relativamente elevato per gli OSS, così come Argentina, Germania, Giappone e Messico.
Progressi e sforzi maggiori
L'Asia orientale e meridionale è la regione che ha progredito maggiormente, con in testa il Bangladesh e la Cambogia. Alcuni paesi come il Benin e la Nigeria hanno grandi lacune nel loro indici OSS, ma ottengono anche punteggi relativamente alti per i loro sforzi politici.
Ultimi della classe
Tra gli Stati membri del G20, gli Stati Uniti, il Brasile e la Federazione Russa mostrano il minor sostegno all'Agenda 2030. In fondo alla classifica dei 163 paesi c'è il Sud Sudan, preceduto da Repubblica Centrafricana e Ciad. Il Venezuela è il paese che ha registrato il calo maggiore.
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