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Fuorigioco compie 15 anni
Immagine Crinari
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Il popolare programma sportivo di TeleTicino compie 15 anni. Con Patrick Della Valle ripercorriamo questa prima parte di storia di Fuorigioco

15 anni sono tanti. In ambito sportivo questo periodo è ancora più lungo. Promozioni, retrocessioni, fallimenti, titoli, gioie e dolori dello sport ticinese raccontate dall’interno. Per parlare di questi primi 15 anni di Fuorigioco abbiamo contattato Patrick Della Valle, attuale caporedattore sport di TeleTicino. Lunedì è andata in onda una puntata speciale che ha ripercorso le tappe più importanti.

Nel 2006 tu non lavoravi ancora a TeleTicino ma che ricordi hai del primo Fuorigioco?
Sono stato un fan della prima ora di Fuorigioco. Da appassionato dello sport ticinese è subito diventato un appuntamento fisso. Nella trasmissione ho trovato quello che cercavo e che prima non c’era. La bravura di Luca Sciarini è stata quella di saper posizionare il programma in alternativa a tutto quello che esisteva. Ha aperto la strada ad un modo di fare tv che in Ticino nessuno aveva mai sperimentato. Se devo dirtela tutta poi è capitato divsere volte che dal divano imprecassi contro Sciarini e Antonini per quelle che allora ritenevo delle sparate (ride, ndr.). Oggi temo che più di qualcuno faccia lo stesso con me quando mi vede in diretta a parlare di Lugano o Ambrì...

Cosa distingue Fuorigioco dai suoi “concorrenti”, siano essi Rsi o Italia?
La Rsi per missione e per mezzi a disposizione si occupa di una varietà di sport maggiore alla nostra. Inoltre a Comano, non so se più per scelta e o per necessità, le trasmissioni sportive mantengono un forte grado di istituzionalità. Rispetto alle tv private locali italiane noi abbiamo invece un grandissimo vantaggio: possiamo contare su contatti diretti con tutti i club e i loro attori principali. Per fare un esempio: per TeleLombardia intervistare un presidente è quasi impossibile, per noi è la quotidianità.

Cosa è cambiato in questi 15 anni, sia a livello di televisione che di sport?
È cambiato tutto ma forse alla fine non è cambiato niente. Lo dico davvero, attorno a noi ci sono stati tanti scossoni interni ed esterni. Lo sport però è sempre rimasto lo sport, con le sue regole e con la sua capacità di infiammare gli animi. Anche TeleTicino è sempre rimasta TeleTicino. Si sono avvicendati i direttori ma Fuorigioco è ancora qui. Senz’ombra di dubbio siamo fortunati: dalla nostra direzione abbiamo sempre avuto carta bianca, abbiamo sempre percepito grande fiducia e nessuno ci ha mai condizionati nelle nostre scelte giornalistiche.

Quali sono stati gli alti e bassi di questi 15 anni? Ci sono stati momenti difficili? Quali invece i migliori?
Nel tempo siamo stati chiamati a raccontare momenti esaltanti alternati a periodi drammatici. Ero appena arrivato quando la scomparsa di Peter Jaks segnò in modo indelebile le settimane di tutto il cantone e in particolare della nostra redazione. Peter era un ospite fisso di Sciarini. Una persona sulla quale Luca contava molto. Anche da un punto di vista sportivo i momenti difficili non sono mancati: il fallimento del Bellinzona, quello del Locarno e molto più recentemente il primo passaggio di proprietà del Lugano da Renzetti alla cordata brasiliana. Lo sport ci ha però anche regalato momenti bellissimi, legati in particolare ultimamente all’FC Lugano: la promozione, le salvezze, le qualificazioni e le partite in giro per l’Europa.

Come vedi lo sviluppo del programma nei prossimi anni? Avete in cantiere delle novità?
Credo che finché esisterà Fuorigioco non perderà mai la sua prima vera essenza, quella immaginata da Sciarini nel 2006. È un dibattito sportivo, viviamo di quello che lo sport ci regala. Siamo sempre sul pezzo perché solo così possiamo dare a chi ci segue quello per cui siamo nati. Non nascondo che spesso vorremmo fare ancora di più. Le idee sono tante, la voglia e l’energia non ci mancano. Proveremo a restare nel solco già tracciato ma senza precluderci la possibilità di sperimentare nuove strade. Con Stefano Sala, Luca Mossi e Alex Isenburg abbiamo oggi una redazione davvero poliedrica: un mix fra freschezza giovanile e esperienza che non potrà che fare bene al nostro Fuorigioco.

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