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Tutto quello che dobbiamo sapere sul sonno. Siete gufi o allodole?
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Redazione
un anno fa
In occasione della giornata mondiale del sonno, abbiamo rivolto alcune domande alla dottoressa Silvia Riccardi, capoclinica del centro del sonno dell’EOC. "Il sonno ha diversi obiettivi, come per esempio consolidare la memoria di ciò che apprendiamo durante il giorno, ma anche farci rielaborare le nostre emozioni".

Il 17 marzo è la Giornata mondiale del sonno. L’obiettivo è di richiamare l'attenzione sull’importanza del riposo notturno e sulle problematiche legate ai disturbi del sonno. Il Ticino ha un centro d’eccellenza in quest’ambito, ovvero il servizio di Medicina del Sonno dell’EOC. Abbiamo incontrato la capoclinica Silvia Riccardi per capire quali sono le patologie più frequenti e perché dormire è così importante.

Cos’è il sonno per l’essere umano?

“È un fenomeno molto complesso, dinamico e si compone di varie fasi. Ha diversi obiettivi, ad esempio quello di consolidare la memoria di ciò che apprendiamo durante il giorno, ma anche farci rielaborare le nostre emozioni. Quest’ultima è una delle funzioni che si sospetta possa essere attribuibile al sonno REM”.

Quali sono i disturbi del sonno più frequenti?

“Per concentrarci su quelli che incontriamo più frequentemente, possiamo citare sicuramente la sindrome delle apnee ostruttive del sonno, l’insonnia e anche una serie di altre patologie, in particolare la sindrome delle gambe senza riposo”.

Come capisco se soffro di un disturbo del sonno?

“Ogni tanto può capitare a tutti di avere qualche notte più difficile, di fare più fatica ad addormentarsi o di avere qualche risveglio durante la notte, soprattutto se stiamo attraversando un periodo intenso. Quello che ci deve preoccupare, o comunque farci prestare più attenzione, è la cronicizzazione del disturbo, quando si prolunga nel tempo e diventa molto frequente, e ha magari un impatto anche sulla nostra quotidianità in termini di stanchezza, difficoltà di attenzione, concentrazione e irritabilità”.

Qual è il fabbisogno di sonno?

“È molto più alto nei bambini, nei ragazzi e negli adolescenti. Si attesta poi sulle famose 7-8 ore di sonno nell’età adulta, giovane adulta, e decresce leggermente con l’età più avanzata sulle 6-7 ore. All’interno di queste fasce notiamo una variabilità individuale: ci sono quelli che noi chiamiamo i lungo dormitori, che hanno bisogno di più ore, e i cosiddetti brevi dormitori, che necessitano di meno ore di sonno per stare bene durante il giorno. Di solito consideriamo un po’ patologico quando si scende sotto le 5 ore o, viceversa, il bisogno aumenta oltre le 11 ore giornaliere”.

Esistono dei tipi particolari di dormitori?

“Ci sono i cosiddetti gufi, che prima di una certa ora non riescono ad addormentarsi, perché biologicamente non programmati per addormentarsi a quell’ora. Probabilmente c’è anche una base genetica, sono un po’ più nottambuli. Queste persone sono tipicamente più efficienti nello studio o nel lavoro alla sera, se non di notte. Troviamo poi le persone che hanno un andamento opposto, che noi chiamiamo allodole. Queste tendono a crollare abbastanza rapidamente alla sera, ma hanno dei risvegli molto presto, sono estremamente mattiniere e produttive al mattino presto”.

Quali consigli seguire per dormire bene?

“I consigli sono sempre legati al mantenere una certa regolarità negli orari di sonno e a non variarli eccessivamente tra i giorni lavorativi e i fine settimana. Oltre a questo, si suggerisce di limitare l’assunzione di sostanze eccitanti, come caffeina e bevande contenenti cola, ma anche di fumo nelle ore serali, perché la nicotina è controproducente. Sarebbe meglio ridurre anche l’utilizzo di dispositivi elettronici come tablet e cellulari alla sera. Queste sono le principali regole d’igiene, chiamiamole così, del sonno”.

 

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