
I risultati dell'esame sul rischio cardiovascolare non cambiano se ci mettiamo digiuni prima della misurazione del colesterolo. Oltre ciò, si aggiunge il fatto che i trigliceridi (un'importante forma energetica per il nostro corpo) non avrebbero questa grande rilevanza nello stabilire se il soggetto si ammalerà o meno di infarto o di ictus. Sempre parlando di malattie cardiovascolari, scopriamo che non vi è alcun vantaggio nel dosare le apolipoproteine (proteine adibite al trasporto dei grassi nel sangue), rispetto alla semplice colesterolemia.Ad affermare tutto ciò, e dunque a mettere in discussione il test atto alla misurazione del colesterolo totale, dell'Hdl e del Ldl, è uno studio pubblicato sulla rivista "Jama".Lo studio in questione è stato condotto dall'Emerging Risk Factors Collaboration Coordinating Centre dell'Università di Cambridge. Per il suo svolgimento sono stati valutati 68 studi prospettici di lungo termine. Lo studio prospettico altro non è che uno studio in cui i medici seguono per lunghi periodi di tempo intere popolazioni di persone.I 68 studi presi in esame sono stati condotti in Nord America ed in Europa e, nel loro complesso, contano oltre 300'000 persone le quali non presentavano, all'inizio degli studi, malattie cardiovascolari.Scopo degli studi era quello di verificare quanto i valori dei lipidi nel sangue fossero in correlazione con il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari.John Danesh, coordinatore dello studio, ed il suo team hanno dunque preso in considerazione il numero di infarti non mortali, di quelli mortali, di ictus ischemici, di ictus emorragici e di altre malattie cerebrovascolari. A questo punto hanno confrontato i dati con i test prospettici di tutti e 300'000 i partecipanti, al fine di constatare l'efficacia delle previsioni ottenute dall'esame di misurazione del colesterolo.Le conclusioni: si è potuto constatare che l'esame del colesterolo totale e del colesterolo Hdl è ok, ma senza bisogno di ricorrere alle apolipoproteine; al contrario, non è di alcuna utilità aggiuntiva la misurazione dei trigliceridi (in riferimento ai test sul colesterolo, questo esame è infatti utilizzato anche per altri motivi clinici, come ad esempio per verificare la presenza di pancreatiti acute); risulta inutile anche il digiuno per le 8-12 ore precedenti il test.Al riguardo Franco Pazzucconi, del Centro universitario per le dislipidemia all'ospedale Niguarda di Milano, ci spiega che dal 2003 il rischio di sviluppare problemi cardiovascolari viene calcolato attraverso una "carta del rischio". Questa carta infatti non si limita ai valori di colesterolo Hdl e Ldl (quello totale non ha più molto senso), ma si basa anche su altri fattori, come la pressione arteriosa ed il diabete.Pazzucconi è anche sbalordito dell'affermazione sull'inutilità del calcolo inerente il valore di trigliceridi, pur essendo conscio del fatto che questi non siano così basilari per valutare i rischi cardiovascolari, in quanto per calcolare il colesterolo Ldl, è necessario sommare un quinto del valore dei trigliceridi e sottrarne il risultato al colesterolo totale.Ma non solo, Pazzucconi aggiunge che esistono ancora troppo pochi studi per stabilire il reale valore predittivo sui rischi cardiovascolari delle apolipoproteine. Il ricercatore è dunque d'accordo che queste non possano fornire un'indicazione importante, a meno che non siano valutate da un esperto del settore.E Pazzucconi dice la sua anche in merito ai dubbi sul digiuno prima del prelievo del sangue. A questo proposito sostiene che se un medico è abituato a ragionare su valori a digiuno, questo stesso medico potrebbe avere non poche difficoltà nell'interpretare gli stessi ma modificati dalla presenza di un pasto.E' comunque opportuno dire che gli inglesi, in ambito di sanità, sono sempre attenti sia alla praticità che ai costi. Non a caso l'obiettivo dei lo
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