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Il videogioco che sfida Apple e Google
Immagine da Youtube
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Fortnite muove ogni anno un miliardo e mezzo di dollari di acquisti digitali. Ora gli sviluppatori ne vogliono una fetta più grossa, a costo di andare alla guerra con i due giganti della distribuzione online

3’000 dollari al minuto, vale a dire 180mila dollari all’ora, 4,3 milioni al giorno, 1 miliardo e mezzo all’anno. Questo il giro d’affari della vendita di oggetti e mosse virtuali su Fortnite, uno dei videogiochi più popolari del pianeta, che basa il suo modello di business non sul prezzo del prodotto (il gioco è infatti rigorosamente gratis) ma principalmente sull’acquisto da parte dei giocatori di costumi, oggetti e balletti per i propri personaggi. Ora, forte di questi numeri, lo sviluppatore Epic Games, ha deciso di lanciare il guanto di sfida a due giganti del mondo dell’informatica e della distribuzione: Apple e Google.

Chi ha una quarantina d’anni o più, ricorderà infatti il celebre spot della Apple, diretto da Ridley Scott e ispirato dal romanzo di George Orwell 1984. Chi ha meno di quarant’anni, troverà invece famigliare la grafica di Fortnite che in un video pubblicato alcuni giorni fa ha, per modo di dire, omaggiato lo spot (come si può chiaramente vedere nel video allegato) che il non ancora colosso di Cupertino mandò in onda nella pausa del Super Bowl, sfidando IBM. 36 anni dopo la storia si ripete, ma questa volta è Apple ad essere il “Grande fratello” Orwelliano.

Questione di percentuali
Il video infatti rappresenta l’inizio della guerra per una succosa fetta di quel miliardo e mezzo di acquisti digitali effettuati ogni anno dagli utenti di Fortnite, acquisti che fino al 12 agosto avvenivano attraverso i sistemi di pagamento degli App Store di Google e Apple. Per questo servizio i due giganti del web chiedevano una commissione del 30%, quanto basta per spingere Epic Games ad aggirare il monopolio inserendo nel gioco un suo sistema di pagamento, promosso con il 20% di sconto sugli acquisti online.

La rappresaglia dei giganti
La mossa – che vista la campagna mediatica pare ampiamente premeditata – ha suscitato la rappresaglia dei due colossi californiani, che hanno subito rimosso dai propri negozi il videogioco. Apple si è spinta oltre, informando Epic Games che a partire dal 28 agosto chiuderà gli account degli sviluppatori dell’azienda di videogame. Tradotto: i software e gli aggiornamenti di tutti i prodotti Epic Games non saranno più accessibili agli utenti Mac e iOs, che sempre tradotto in soldoni equivale ad un danno multimilionario. Realtà virtuale, danno reale a cui Epic ha risposto con un’istanza d’ingiunzione preliminare contro Apple, che contiene la richiesta d’interrompere il provvedimento.

I numeri dello scontro: chi prevarrà?
Apple e Google possono vantare il monopolio sui sistemi operativi mobili e non. Dal canto suo solo con Fortnite, Epic Games vanta 350 milioni di utenti. Non tutti sono attivi, ma il videogioco ha mostrato proprio di recente la sua capacità di mobilitazione con il concerto del rapper Travis Scott a cui hanno partecipato 12 milioni di utenti in 48 ore. Sono numeri che danno le dimensioni del fenomeno e dello scontro fra titani i cui esiti oggi sono incerti. Come andrà a finire e quali conseguenze ci potrebbero essere per gli utenti del gioco? Lo abbiamo chiesto a Stefano Maccarinelli, fondatore della casa di sviluppo ticinese Stelex Software: “Penso che questa vertenza legale sia solo il primo passo verso altri scontri di potere, non applicato solo a Fortnite ma qualcosa di molto più ampio. Questo perché ci sono ruggini anche con altri colossi del settore, per esempio Microsoft, che non sempre hanno accolto molto bene la politica molto chiusa di Apple per il suo store. Apple resta infatti l’unica piattaforma del genere a negare ai suoi utilizzatori servizi di Cloud gaming”.

“Un problema per ricchi”
“È anche vero”, continua Maccarinelli, “che pure i giocatori sono capaci di iniziative molto forti, capaci di far pendere l’ago della bilancia da una parte o dall’altra, ma anche qui bisogna contestualizzare il tutto. Penso che tendenzialmente i giocatori continueranno a spendere, indipendentemente da quale sia il negozio digitale, poi sarà un problema tra Epic, Apple o chi per essi vedere come spartirseli. Un problema per ricchi”.

Per ulteriori dettagli sulla vicenda, più immagini del gioco e un anteprima sul prossimo gioco della ticinese Stelex Software, guardate il servizio completo di Teleticino.

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