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"Sotto paga! Non si paga!"
Redazione
18 anni fa
Scritto e diretto da Dario Fo. Con Marina Massironi e Antonio Catania. Giovedì e venerdì in scena a Campione

Al teatro di Campione d'Italia il 13 e14 marzo 2007 è in scena "Sotto paga! Non si paga!". Regia di Dario Fo. Con Marina Massironi e Antonio Catania. Una commedia in cui si racconta di donne che nella periferia di Milano, andando a fare la spesa, si ritrovavano con i costi aumentati a dismisura e, furenti, decidono di pagare metà prezzo rispetto alla cifra imposta.

Il debutto di questa commedia  risale al 1974. Allora Dario Fo, oltre ad essere regista, fu anche protagonista della piéce con la moglie Franca Rame. E accadde un fenomeno stravagante. Quello che Fo aveva fantasiosamente ideato, prendendo spunto dalla difficoltà delle famiglie a sbarcare il lunario, ispirò una protesta reale. “Di lì a qualche mese ci rubarono l’idea che avevamo messo in scena nella commedia. La chiave dello spettacolo si ripropose nella realtà con una similitudine impressionante: donne e uomini presero d’assalto due supermercati e pagarono la loro spesa esattamente la metà della cifra che si ritrovarono sullo scontrino.”  (Dalle Note di regia di Dario Fo). 

RecensioneLa commedia, pur ricca di situazioni comiche e di divertentissime gag, come nello stile del Maestro, è un’attualissima e coraggiosa denuncia sociale. Gli attori sono tutti bravissimi. Alternano con capacità sarcasmo, ironia e amarezza, rimanendo fedeli ai toni della farsa, strappando al pubblico risate divertite. La scenografia a opera di Dario Fo è costituita da un’angusta abitazione popolare, su cui si apre e si chiude più volte un ampio pannello in cui è riprodotto “Il Quarto Stato” di Pellizza Da Volpedo.

L’incipit dei due atti e il finale sono affidati invece a canzoni d’impegno politico tratte dal repertorio storico del regista, la cui denuncia mai allenta la tensione. Con verve di smaliziata e dissacrante comicità il premio Nobel ci propone ancora una volta una pièce teatrale esilarante ed avvolgente.

Abbiamo approfittato per  intervistare gli attori protagonisti Marina Massironi e Antonio Catania.

Perché riproporre oggi un tema che era d’attualità nel 1974?

Catania: “Nel 1974  per Dario fu come una previsione. Un’idea di un esproprio. Era un argomento di cui nessuno aveva sentito parlare. Poi la gente è andata al supermercato a prendersi “cose”. L’hanno chiamato esproprio proletario. Ci furono arresti. Processato dai giornali Fo fu incolpato di esserne l’ispiratore dei furti. Poi fu assolto. Perché se uno fa una previsione, non è responsabile di quello che poi succede dopo. Con questo spunto Dario ha voluto raccontare le difficoltà di una famiglia che non ce la fa ad arrivare alla fine del mese. Dei mutui che sono aumentati. Della gente che non ha i soldi abbastanza per pagare le bollette”.

Massironi: “Quando ho letto il testo mi sono molto meravigliata di come le cose che si dicevano allora sono valide anche nella nostra situazione attuale. Fo riadattando la piéce ha cambiato l’affitto con la rata del mutuo, ha cambiato il nome dei politici, però la situazione generale è la stessa. E i personaggi di cui parliamo fanno la stessa fatica che facevano allora. E anche la farsa è rimasta invariata, il meccanismo grottesco della vicenda”.

Entrambi siete attori di cinema, televisione, teatro. Quali le differenze?

Massironi: “La televisione è la sintesi, anzi, forse lo era. Non so più cosa sia la televisione, perlomeno per quanto riguarda i programmi di intrattenimento. Il cinema è un’opera collettiva. Il teatro è un evento che si consuma ogni sera in un modo diverso, molto soggetto al rapporto che si crea nella serata. Le risate, le reazioni, il silenzio condizionano ogni volta lo spettacolo”.

Catania: “Il teatro ti da ancora la possibilità di essere vero. Di affrontare temi che al cinema e soprattutto alla televisione non si affrontano mai. La realtà è ben diversa da quello che appare in televisione. E il teatro ti da la possibilità di parlarne. Come attori manteniamo

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