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Il virus rimane nel corpo fino a 8 giorni dopo la guarigione
Il virus rimane nel corpo fino a 8 giorni dopo la guarigione
Il virus rimane nel corpo fino a 8 giorni dopo la guarigione
Redazione
4 anni fa
Secondo una ricerca sino-americana succederebbe in almeno metà dei pazienti trattati con sintomi lievi, aumentando il tempo necessario di quarantena

La metà dei pazienti trattati con sintomi lievi di coronavirus presenta ancora il virus nell'organismo (e quindi è potenzialmente contagioso) fino a 8 giorni dalla scomparsa dei sintomi. Pubblicato sull'American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine, lo studio è stato condotto da esperti del Treatment Center of PLA General Hospital a Pechino insieme a colleghi della Yale School of Medicine.

I risultati del lavoro potrebbero avere implicazioni per i tempi di isolamento dei pazienti positivi al virus: "Se hai manifestato una lieve sintomatologia respiratoria causata dal COVID-19 - scrive l'autore principale del lavoro Lixin Xie - estendi la tua quarantena per altre due settimane dalla scomparsa dei sintomi, per essere sicuro di non contagiare altre persone".

Lo studio è stato condotto su 16 pazienti di età media 35 anni che avevano manifestato lieve sintomatologia respiratoria (febbre, tosse, faringite) ed erano risultati positivi al tampone. È emerso che tutti i pazienti hanno avuto un tempo medio di incubazione della malattia di 5 giorni, hanno manifestato i sintomi dell'infezione per un tempo medio di 8 giorni, infine sono rimasti contagiosi per 1-8 giorni dalla comparsa dei sintomi.

L'aspetto più importante dello studio è che per metà dei pazienti il virus continuava a diffondersi (il cosiddetto 'shedding virale', quando cioè il virus si libera in tantissime copie dalle cellule infettate e può essere espulso dal corpo, oppure diffondersi ad altri organi del paziente) ben 8 giorni dopo la scomparsa dei sintomi, anche quando l'esito del tampone è ormai diventato negativo.

"I pazienti con COVID-19 possono restare contagiosi anche dopo la scomparsa dei sintomi dell'infezione - conclude Xie - quindi bisogna trattare i pazienti divenuti asintomatici da poco con la stessa attenzione con cui si trattano i sintomatici".

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