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Covid, “aumento della mortalità dipende dai posti letto”
Foto © CdT/Gabriele Putzu
Foto © CdT/Gabriele Putzu
Keystone-ats
3 anni fa
Lo afferma una ricerca svolta a livello europeo dall’Anaao Assomed, il più grande sindacato del settore sanitario italiano. Questo spiegherebbe le differenze tra paesi come Germania, Bulgaria da un lato, Portogallo e Paesi Bassi dall’altro

Per ogni posto letto in meno, ogni mille abitanti, c’è un aumento del 2% della mortalità generale per Covid-19. A dirlo è un’indagine condotta dall’Anaao Assomed, il sindacato più rappresentativo nel settore sanitario italiano. Lo studio è stato compiuto su dati elaborati da Giuliano Antoniciello, ricercatore dell’Università di Padova, realizzata sui numeri dei primi otto mesi del 2020.

“Aumento minimo con molti posti letto”
Secondo l’indagine, Paesi come la Germania o la Bulgaria, dove i posti letto per 1.000 abitanti sono tra i 7 e gli 8, hanno avuto un aumento della mortalità quasi nullo, mentre il Portogallo o i Paesi Bassi, con circa 3 posti letto per 1.000 abitanti, hanno avuto aumenti vicini al +10%. Tra i Paesi nei quali l’aumento è stato maggiore ci sono l’Italia (che si attesta a +17%), la Spagna, (+18%) e il Regno Unito (+22%).

L’età conta fino a un certo punto
La popolazione di Italia e Spagna ha un’età mediana più alta (rispettivamente 47,9 e 45,5 anni) di quella del resto della popolazione europea (42,7 anni), ma non il Regno Unito (40,8 anni). Il fattore più rilevante per l’aumento della mortalità generale che accomuna questi tre Paesi sarebbe, secondo lo studio, la scarsità di posti letto negli ospedali.

“Se da un lato, a questi risultati particolarmente negativi ha contribuito l’età più elevata della popolazione, non si può negare che la disponibilità di posti letto (compresi quelli nei reparti di terapia intensiva) abbia giocato un ruolo significativo nel determinare l’aumento della mortalità”, commentano da Anaao Assomed. In Italia, i posti letto per acuti per 1.000 abitanti sono diminuiti dai 4,71 del 2010 ai 3,14 del 2018, una riduzione del 33% in 8 anni.

La spesa sanitaria
Sul fronte della spesa sanitaria, secondo il rapporto Health at a Glance Europe 2020 dell’Ocse, l’Italia ha una spesa sanitaria (pubblica e privata) pro capite che, a parità di potere d’acquisto, si attesta nel 2019 a 2.473 euro (a fronte di una media Ocse di 2.572 euro) con differenze rispetto a Francia e Germania che, rispettivamente, segnano valori di spesa sanitaria pro capite di 3.644 euro e 4.504 euro. Da notare come di questi 2.473 euro pro capite in Italia, il 25%, sempre secondo dati Ocse, è rappresentato da spesa privata.

“L’aumento di mortalità registrato - proseguono da Anaao Assomed - è in larga parte attribuibile alla malattia Covid-19 ma sicuramente pesa anche l’aumento di mortalità per tutte le altre cause: la sospensione dei controlli per le malattie croniche, il rinvio degli screening e degli interventi non urgenti, la riduzione di accesso alle cure per timore del contagio hanno determinato decessi e ne determineranno ancora per molto tempo”.

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