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“Varianti innocenti fino a prova contraria”
Daniele Coroneo
3 anni fa
Secondo Alessandro Carabelli, la nuova mutazione della Delta proveniente dal Regno Unito non è la prima responsabile dell’aumento dei contagi nel Paese

Si chiama AY.4.2 ed è la nuova variante della variante Delta che si sta diffondendo nel Regno Unito. Si stima che il 10% dei contagi attuali nel Paese, che sta vivendo una nuova esplosione di casi, sia causato da questa mutazione. Quello del 10% potrebbe però pure essere un dato al ribasso. Memori dell’arrivo della variante inglese alle nostre latitudini lo scorso inverno, su natura e pericolosità di questa nuova mutazione britannica abbiamo sentito Alessandro Carabelli, che dirige il Consorzio Covid-19 Genomics UK, istituto che aveva scoperto la prima variante inglese.

L’aumento dei casi? “Non è la mutazione, è l’assenza di misure”
“Tutte le varianti sono innocenti fino a prova contraria”, premette Carabelli. “In questo momento non ci sono evidenze che questa variante abbia un fenotipo, ovvero delle caratteristiche biologiche, diverse dalla variante Delta”. I numeri in crescita del contagio Oltremanica sono però allarmanti. Accanto alla nuova variante, i sudditi di Sua Maestà beneficiano dal 19 luglio di un’abolizione pressoché totale delle misure anti-contagio. Come spiegare dunque l’aumento dei casi? È l’effetto della nuova variante o dell’assenza di restrizioni? Alessandro Carabelli punta con decisione il dito contro la fine delle misure: “Dobbiamo smetterla di incolpare il virus e le sue mutazioni per riflettere criticamente sull’opportunità di togliere in maniera così radicale le restrizioni”.

Il virus non perde forza
In ogni caso, il Covid resta pericoloso. A inizio pandemia gli esperti affermavano che con il tempo, il virus sarebbe diventato meno virulento. Questo però non sembra essere successo. Il ricercatore lo conferma: “Il virus non sta dimostrando in alcun modo di perdere capacità infettiva o di essere meno letale. L’unico dato che registriamo è che i vaccini sono efficaci. Tutti i vaccini lo sono”, conclude Carabelli.

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