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Un sensore sottopelle per l’efficacia dei farmaci
Immagine Demaldi
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Andrea Scolari
3 anni fa
Il dispositivo riuscirà a monitorare in tempo reale alcuni parametri del corpo e l’efficacia dei farmaci somministrati. “Funzionerà per 5 giorni e poi si degraderà all’interno del corpo”

Un sensore più sottile di un francobollo, biocompatibile e bioriassorbibile, impiantabile sottopelle riuscirà a monitorare in tempo reale alcuni parametri del corpo come il pH e l'efficacia dei farmaci somministrati, aprendo così la strada a nuove procedure cliniche e diagnostiche. È il risultato di una ricerca del team di ingegneri elettronici del Dipartimento di Ingegneria dell'informazione dell'Università di Pisa, coordinati da Giuseppe Barillaro, in collaborazione con l'Università di Modena e Reggio Emilia e Surflay Nanotec GmgH di Berlino.

“Dopo 5 giorni si degraderà all’interno del corpo”
“Il livello del pH, da cui emerge un’eventuale acidificazione dei tessuti - spiega Giuseppe Barillaro - è, tra l'altro, indicativo dell'insorgenza e della progressione di malattie come il cancro e problemi cardiaci. Finora la misura del pH viene svolta con analisi di laboratorio, che richiedono in genere il prelievo di fluidi corporei e non riescono a misurare l'eventuale acidificazione di una zona di interesse specifico con elevata accuratezza. Il nostro sensore, costituito da una membrana di silicio nanostrutturato ricoperta da un polimero fluorescente riesce a fornire un risultato immediato, accurato e soprattutto continuo nel tempo del livello di pH nel tessuto di interesse. È sufficiente illuminare la zona della pelle in cui il sensore è impiantato con una luce verde ed esso emetterà una luce rossa più o meno intensa, indicativa del livello di pH. Infine, il sensore, che funzionerà per circa 5 giorni, si degraderà dopo l'uso all'interno del corpo, senza necessità di rimozione chirurgica”.

Una scoperta apripista
Il ricercatore dell’ateneo pisano, Alessandro Paghi, sottolinea come lo studio abbia “dimostrato che può essere realizzato un sensore chimico non solo impiantabile, ma anche biodegradabile, una scoperta che apre la porta a innumerevoli applicazioni in ambito biomedico”.

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