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Sesso e disturbi cardiaci, cosa c’è da sapere
Immagine Shutterstock
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Ginevra Benzi
2 anni fa
Dopo un evento acuto quale infarto o operazione cardiaca molte persone hanno paura di riprendere l’attività sessuale. Altre, per via dei medicamenti, devono fare i conti con una totale assenza di libido. La Fondazione Svizzera di Cardiologia cerca quindi di dare risposte e sostegno

La sessualità, nonostante siamo nel 2022, rimane un argomento tabù per molte persone. Dopo un attacco cardiaco o un’operazione al cuore, molte persone direttamente interessate tendono ad aspettare a lungo prima di avere nuovamente un rapporto sessuale, altri decidono invece di non farlo del tutto. Una situazione di incertezze a cui cerca di dare risposta la Fondazione Svizzera di Cardiologia, aiutando a parlare delle incertezze o dei problemi e dando un sostegno.

Una paura che dura nel tempo
Uno stent (divaricatore metallico cilindrico con struttura a maglie, che viene introdotto negli cavi e viene fatto espandere fino a che il suo diametro è pari a quello della cavità in cui è inserito) è facile da inserire: al giorno d’oggi la cardiologia è solitamente in grado di curare al meglio eventi acuti e pericolosi come un infarto cardiaco, ma anche altre gravi malattie cardiache per le quali sono disponibili delle terapie efficaci. Ciononostante non bisogna sottovalutare la pesantezza provata dalle persone colpite da questi eventi. “Un infarto cardiaco suscita in molte pazienti e molti pazienti la paura di morire, trattandosi di un evento traumatico», spiega il professor Jean-Paul Schmid, primario di cardiologia della Clinica Gais. Nel comunicato della Fondazione si legge come le persone colpite ne soffrono psichicamente ancora a mesi o anni di distanza: nel 20 – 40 per cento dei casi le conseguenze sono disturbi d’ansia e depressioni.

Eliminare timori eccessivi
Su quanto è necessario attendere prima di riprendere un’attività fisica, quindi anche sessuale, dopo un disturbo simile c’è ancora grande incertezza. Una delle principali paure diffuse fra le persone colpite è quella che la sessualità rappresenti un carico fisico troppo grosso per il corpo e che possa quindi causare altri disturbi cardiaci se non addirittura scatenare un nuovo evento. Ma in gioco non c’è solo la paura: la voglia di fare sesso può anche sparire a causa delle limitazioni fisiche o per via dei medicamenti, che possono inibire la libido e ridurre la prestanza del corpo. “È importante parlare tempestivamente di simili problemi con il medico”, afferma il cardiologo Schmid, “così da fugare timori eccessivi ed eventualmente trovare soluzioni”. Oltre alle terapie mediche si può infatti ricorrere anche a una consulenza cardio-psicologica o a una terapia sessuale. Ma nella maggior parte dei casi questo non avviene. “Ancora oggi molte persone colpite che desidererebbero un colloquio su questo tema non hanno invece il coraggio di parlare delle proprie difficoltà”, racconta Jean-Paul Schmid.

Un nuovo opuscolo per aiutare
Per facilitare le pazienti e i pazienti a compiere il primo passo, la Fondazione Svizzera di Cardiologia ha preparato – unitamente a diversi specialisti attivi nell’ambito della cardiologia, della cardio-psicologia e della terapia sessuale – una nuova pubblicazione informativa per pazienti. L’opuscolo «Sessualità con una cardiopatia» tratta dei problemi concreti in grado di pesare sulla sessualità di molte persone colpite nonché delle rispettive partner o dei rispettivi partner. Nell’opuscolo viene anche indicato cosa possono fare queste persone servendosi dell’aiuto di specialisti e dove si fa accenno alle alternative a disposizione se il sesso non è più praticato come prima. L’opuscolo di 16 pagine è ottenibile gratuitamente presso la Fondazione Svizzera di Cardiologia.

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