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Farmaco per l’Alzheimer: “Una luce all’orizzonte”
Filippo Suessli
3 anni fa
La FDA ha autorizzato l’utilizzo dell’Aducanumab, un farmaco che potrebbe curare la malattia. Vi sono controversie, ma per i malati si accende una speranza. È sotto l’esame anche di Swissmedic

In Svizzera 144mila persone soffrono di Alzheimer. La forma di demenza più diffusa al mondo e che non ha una cura e nemmeno una terapia che interrompa il peggioramento del morbo. Forse finora. Ieri infatti la FDA ha autorizzato l’uso condizionato del principio attivo Aducanumab, sviluppato dai gruppi Biogen ed Esai. Per Alzheimer Svizzera, questa decisione “dà speranza ai malati di demenza e alle loro famiglie”.

Dati controversi
Gli studi effettuati finora, però, hanno mostrato risultati ambivalenti e le procedure di sperimentazione clinica sono state criticate da parte del mondo scientifico. La condizione posta dalla Food and Drug Administration, infatti, è che venga effettuata una Fase 4 di sperimentazione. Una decisione che Alzheimer Svizzera giudica “responsabile”, che tiene conto sia dei risultati positivi, in cui il peggioramento della malattia è rallentato, sia di quelli che non lo sono altrettanto (in particolare dal punto di vista dell’efficacia e non da quello della sicurezza). “Questo è un contributo essenziale per infondere fiducia verso il farmaco sia nei pazienti che nei medici curanti”, si legge nella nota.

Ci sta lavorando anche Swissmedic
Biogen ha presentato domanda di omologazione anche in Svizzera, lo ha fatto a metà aprile, la procedura, però, potrebbe richiedere alcuni mesi. “Se e per chi l’Aducanumab sarà disponibile come farmaco in Svizzera dipende anche dalla questione relativa al suo rimborso. Perché venga pagato dalle casse malati, deve essere inserito nell’elenco delle specialità dell’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) e rispondere ai criteri di efficacia, appropriatezza ed economicità”. Alzheimer Svizzera sottolinea come sia importanti che l’accesso al medicamento sia indipendente dal “background socio-economico” dei pazienti.

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