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Covid, miglior immunità dopo malattia e vaccino
Immagine CdT
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Redazione
2 anni fa
A sottolineare la miglior forma di protezione è un articolo su Nature che evidenzia anche come la terza dose di vaccino migliori la potenziale risposta alle varianti in chi non è mai stato infettato

Il massimo livello di protezione contro il Sars-Cov-2 lo hanno le persone guarite da Covid-19 e poi vaccinate, perché possono contare su una quantità e qualità maggiore di anticorpi. A sottolineare come la cosiddetta “immunità ibrida” possa fornire un miglior scudo, è un articolo su Nature che sottolinea anche come la terza dose di vaccino migliori la potenziale risposta alle varianti in chi non è mai stato infettato dal virus.

Lo studio ha arruolato 10 vaccinati, di cui 5 erano stati esposti all’infezione in passato, mentre gli altri 5 non avevano mai contratto il virus. Quindi, esaminando il loro plasma, i ricercatori hanno confrontato la natura della risposta anticorpale contro il virus Wuhan originale e le successive varianti, caratterizzando ogni singola cellula B in grado di produrre anticorpi. Hanno così osservato che le persone che si infettano hanno una maggiore quantità di anticorpi neutralizzanti e maggiore coinvolgimento delle cellule B della memoria immunitaria. Se poi le persone guarite da Covid-19 sono esposte nuovamente alla proteina Spike attraverso il vaccino, le cellule B si moltiplicano e aumentano ancora di più la produzione e la varietà di anticorpi, assicurando una protezione maggiore contro le varianti.

Gli anticorpi indotti dal vaccino sono ugualmente efficaci ma smettano di evolversi prima, quindi potrebbero essere meno pronti in caso di nuove varianti. Per questo, concludono i ricercatori, lo studio dimostra che un terzo ciclo di generazione di anticorpi potrebbe migliorare l’immunità contro le varianti più virulente. Ciò implica che le persone senza una precedente esposizione al virus possono trarre grandi benefici da una terza dose. Primo autore dello studio è Emanuele Andreano, ricercatore del Monoclonal Antibody Discovery (MAD) Lab di Fondazione Toscana Life Sciences. La ricerca vede anche la firma di Rino Rappuoli, professore di Biologia molecolare presso il dipartimento di Biotecnologie, chimica e farmacia dell’Università di Siena.

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