
Si chiama Maria Elena Bottazzi la ricercatrice italo-honduregna che, assieme al collega americano Peter Hotez, ha sviluppato il vaccino proteico e libero da brevetti “Corbevax”, che per entrambi è valso la candidatura al Nobel per la pace 2022.
Il finanziamento
I due ricercatori hanno dichiarato alla rivista Scientific American che Corbevax è stato realizzato “senza alcun sostegno del governo degli Stati Uniti o del G7, contando invece quasi esclusivamente sulla filantropia privata di enti in Texas, New York e altrove”. Il costo dello sviluppo del vaccino, scrive il Washington Post, è di 7 milioni di dollari provenienti da investitori per lo più privati, come ad esempio il brand “Tito’s Vodka” che a maggio del 2020 aveva donato 1 milione di dollari. “I nostri finanziamenti non sono governativi, ma solo filantropici e universitari, e questo ha allungato i tempi”, ha spiegato oggi Bottazzi in un’intervista al Sole24Ore. I due scienziati che hanno realizzato Corbevax non vedranno tuttavia un centesimo. Sarà il Baylor College (un centro di ricerca privato in Texas) a riceverne una quota.
Economico da produrre, facile da conservare
Il vaccino Corbevax, oltre a essere libero dai brevetti, è a base di proteine. Questa sua caratteristica si traduce in una facilità e economicità della produzione, dove si utilizzano economie di scala. A questo si aggiunge la facilità con cui si conserva.
Una buona efficacia
In India sono già stati coinvolti più di 3'000 partecipanti e si è dimostrato che la sua efficacia è pari all’80%. Su Startmag si legge come Bottazzi e Hotez considerino questo come “il primo vaccino anti Covid progettato specificamente per la salute globale”, inoltre la tecnologia per svilupparlo è già stata trasferita a produttori di vaccini in India, Bangladesh, Indonesia e Botswana. L’India, inoltre, sta già lavorando al proprio ordine di 300 milioni di dosi, mentre in seguito è intenzionata a produrne una media di 100 milioni al mese, anche destinate ad altri Paesi.
Il prezzo per una dose
Secondo i media indiani citati dal Washington Post, il prezzo di una singola dose dovrebbe aggirarsi attorno ai 2,50 dollari, rendendolo di conseguenza il vaccino uno dei più economici al mondo, ma il prezzo definitivo non è ancora stato stabilito.
L’arrivo di Corbevax potrebbe fare la differenza
L’obiettivo iniziale di Covax (un programma internazionale che vuole garantire un accesso equo ai vaccini anti COVID-19) di raggiungere una copertura globale del 40% entro la fine del 2021 e del 70% entro metà 2022 è purtroppo fallito. Il numero di vaccinati nei Paesi più bisognosi ammonta di fatto a meno della metà dell’obiettivo iniziale. L’intervento di Corbevax potrebbe quindi fare la differenza. “L’azienda indiana Biological E può produrre 100 milioni di dosi al mese”, ha spiegato Bottazzi al Sole24Ore. “Si parla di più di un miliardo di vaccini all’anno. Se poi si aggiunge che l’azienda Biofarma in Indonesia può produrre altri 100 milioni al mese e che Incepta Pharmaceuticals in Bangladesh può produrne un’altra quantità, diventa un effetto valanga”. Con buone probabilità, Corbevax potrebbe pertanto raggiungere più persone di quelle vaccinate con le dosi inviate finora ai Paesi più benestanti.
A chi andrà Corbevax
La speranza dei due ricercatori è che questo nuovo vaccino venga usato nelle Nazioni a basso e medio reddito, come Africa, Asia e America Latina, dove la disponibilità del vaccino è stata terribilmente insufficiente. Non si esclude tuttavia di arrivare a proporre il via libera anche negli Stati Uniti, Canada e Europa, ma al momento la priorità sono i Paesi più poveri.
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