
I climi più caldi aumentano l'aggressività. Così si potrebbe riassumere la conclusione cui è giunto uno studio varato dalla Vrije Universiteit di Amsterdam e i cui risultati sono stati pubblicati su Behavioral and Brain Sciences.
La ricerca è basata su un nuovo modello messo a punto dagli studiosi dell'istituto olandese, il modello CLASH (Climate, Aggression and Self Control in Humans). Secondo lo studio, le popolazioni che risiedono in paesi aventi grandi differenze climatiche stagionali e basse temperature sono più propense a guardare al futuro (sufficienti scorte di legna o combustibile per scaldarsi, vestiti appropriati, scorte di viveri per possibili emergenze, ...) e all'autocontrollo. Le popolazioni che vivono in paesi con scarse escursioni termiche e temperature elevate sembrerebbero invece meno propense a programmare il futuro. Inoltre avrebbero più problemi con una maggiore moltitudine di specie animali pericolose e maggiori infezioni (che il freddo tende a eliminare), portando di conseguenza una vita media più bassa.
Sostanzialmente il modello CLASH è giunto alla conclusione che la violenza colpisce maggiormente le popolazioni con una vita media più bassa, che non programmano il futuro e che, di conseguenza, hanno meno autocontrollo. Non bisogna dimenticare, sottolinea lo studio, che il clima è uno dei fattori fondamentali su cui si modella una società e la sua cultura.
Già nel 2013 era stato evidenziato, tramite il paragone di oltre 60 studi tutti incentrati sulla correlazione vigente tra clima e conflitti umani, che le elevate temperature climatiche erano responsabili di un'impennata del 14% sull'aggressività tra persone.
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