
Sebbene il ’72 Pardo offra tantissimi corti/medi/lungometraggi ci sono alcuni autori che riescono a sfuggire dalle rassegne ufficiali. Radiana Basso con il suo Lugano Addio è tra questi.
I suoi 26 minuti di girato difficilmente troverebbero adeguato contesto nel festival, con il notevole rischio di passare in terzo piano. Da qui la coraggiosa scelta di proiettarlo nello spazio La Rada: una première che farà la felicità di chi vuol scavare oltre l’atmosfera del festival ed assaggiare produzioni autoctone.
Lugano Addio, terzo della ‘trilogia della morte’ di Basso è un quadrato di amore e morte: le due protagoniste si muovono dal loro appartamento ad una festa dove le loro strade andranno a dividersi: due metà speculari che giungeranno in realtà differenti.
Non possiamo che applaudire la scelta delle location che contrastano la trama dando un effetto surreale senza mai cadere nel kitsch supponente nonché la colonna sonora decisamente azzeccata, merito di collaborazioni con musicisti locali.
Ben curata la fotografia (Valentina Provini) per una produzione pressoché amatoriale che eccelle per inquadrature d’effetto: il tutto è stato girato con un budget praticamente inesistente grazie agli sforzi di volontari ed associazioni no profit attive nel luganese. Importante il contributo della regista anche di fronte alla telecamera: ciò è dovuto alla volontà di non sottoporre altri attori ad alcune scene intime.
Basso ci confida che questo terzo capitolo è frutto di una pausa di due anni dovuta a svariate vicende personali dai risvolti tragici. L’esorcismo della morte quale testamento di un periodo nell’abisso delle paure umane.
Un film molto personale, intimo, per un cinema che vuole essere onesto verso lo spettatore tanto quanto nei confronti del cast. Decisamente una piccola perla nascosta che il cinefilo accorto non si lascerà sfuggire.
Maurizio P. Taiana
(Foto: Sebastiano Piattini)
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