
La IATA, organizzazione mondiale dei vettori aerei, rilancia la proposta di un'installazione obbligatoria di videocamere nelle cabine di pilotaggio dei voli di linea. La proposta è stata avanzata sullo sfondo delle ipotesi investigative e dei sospetti contrapposti alimentati dalle indagini preliminari sullo schianto del Boeing 787 Dreamliner di Air India precipitato il 12 giugno fra le case pochi secondi dopo il decollo dallo scalo indiano di Ahmedabad con destinazione Londra: sciagura che ha provocato almeno 260 morti, 241 delle 242 persone che erano a bordo e altre a terra.
"Argomenti forti"
Il direttore generale dell'associazione, Willie Walsh, ne ha parlato a margine di una riunione a Singapore, dicendosi convinto che vi siano "argomenti forti" a sostegno di questa indicazione. Pur riconoscendo la legittimità delle resistenze avanzate da varie sigle di rappresentanza dei piloti per ragioni di privacy e tutela sul lavoro. Walsh ha notato che il recupero d'immagini video, accanto a quelle delle registrazioni vocali contenute nelle cosiddette scatole nere, potrebbe essere di aiuto nelle indagini in caso di incidenti. Nello stesso tempo ha evitato di commentare quanto emerso finora sulle investigazioni relative al volo Air India, limitandosi a elogiare la quantità di informazioni già inserite dalle autorità indiane in un rapporto preliminare, in risposta ai sospetti di evasività avanzati attraverso i media da alcune fonti occidentali interessate alla vicenda.
Il rapporto
Nel rapporto preliminare si fa riferimento a un dialogo drammatico avvenuto nei pochi secondi fra il decollo e lo schianto fra il comandante del 787, Sumeet Sabharwal, e il primo ufficiale, Clive Kunder: il quale ultimo risulta aver chiesto al primo perché avesse "spento" gli interruttori che regolano l'afflusso di carburante ai motori, per sentirsi rispondere "non l'ho fatto". Colloquio che secondo le fonti occidentali fa pensare al fattore umano e forse anche a un atto deliberato del pilota, alle prese con problemi di depressione stando a indiscrezioni non confermate. Ma che il rapporto non riconduce per ora ad alcuna ipotesi di responsabilità. Mentre Air India e le associazioni di categoria indiane dei piloti negano con sdegno l'esistenza di prove a sostegno dei sospetti sul comandante, avanzando semmai dubbi sulla funzionalità dei comandi e sul costruttore Boeing: con tanto di apertura di un'ispezione ad hoc da parte di New Delhi, dopo l'avvertimento internazionale dato mesi fa a proposito di segnalazioni di difetti relativi proprio agli interruttori in questione su alcuni modelli prodotti dal colosso USA dell'aeronautica.