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L'effetto delle foreste sul clima dipende dal tipo di alberi
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Keystone-ats
8 ore fa
Uno studio del Politecnico di Zurigo mostra che la composizione delle foreste europee ha un impatto sul clima: foreste di latifoglie come faggi e querce sono più efficienti nel raffreddare rispetto a quelle di conifere come pini e abeti. La scelta delle specie nelle strategie di forestazione può contribuire significativamente alla mitigazione del cambiamento climatico.

Non sempre più alberi significano un clima più fresco: l'effetto delle foreste dipende anche dalle specie che le compongono, con faggi e querce che sotto questo aspetto sono più efficienti di pini e abeti. È quanto emerge da uno studio internazionale guidato dal Politecnico federale di Zurigo (ETHZ) pubblicato sulla rivista "Nature Communications". I risultati suggeriscono che la composizione dei boschi europei andrebbe riconsiderata e, laddove possibile, modificata, in modo da ottenere i maggiori benefici possibili nell'ambito della mitigazione degli effetti del cambiamento climatico.

Simulazioni del clima in Europa

Simulando il clima europeo tra il 2015 e il 2059 in diversi scenari di gestione forestale, infatti, i ricercatori hanno evidenziato come, in molte regioni europee, l'espansione forestale possa talvolta contribuire al riscaldamento locale invece che al raffreddamento. È il caso, ad esempio, delle foreste di conifere che, avendo una chioma più scura, assorbono una quantità di energia solare maggiore rispetto a pascoli o campi coltivati. Questo minor riflesso della radiazione solare riduce l'effetto rinfrescante legato all'evaporazione. La scelta delle specie può, quindi, modificare in modo significativo la risposta climatica del territorio. La scelta delle specie può, quindi, modificare in modo significativo la risposta climatica del territorio. "Sostituire le conifere, come pini e abeti, con latifoglie, come faggio o quercia può ridurre la temperatura media massima giornaliera di luglio fino a 0,6 gradi. Una differenza di pochi decimi di grado può sembrare minima - commenta il ricercatore - ma durante le ondate di calore può fare la differenza in termini di salute pubblica, stress agricolo e domanda energetica".

Risultati

I risultati dello studio hanno implicazioni dirette per le politiche climatiche europee ed evidenziano che strategie di forestazione (sia afforestazione che riforestazione), come l'iniziativa che prevede di piantare 3 miliardi di alberi in più nell'UE entro il 2030, dovrebbero superare la logica puramente quantitativa e considerare quali specie piantare e dove, poiché non tutte le foreste apportano gli stessi benefici climatici. Le foreste europee coprono poco più del 30% del territorio continentale e sono considerate alleate fondamentali nella lotta al cambiamento climatico. In un'Europa che si riscalda sempre di più, lo studio dimostra che la scelta delle specie giuste è fondamentale per una buona gestione.