
Il nostro pianeta sta morendo. E’ questo l’allarme lanciato dall’Unione mondiale per la conservazione della natura (Iucn). Secondo i ricercatori, il cui grido si associa a quello di tanti altri gruppi ambientalistici, è attualmente in corso una gravissima estinzione di massa.Si tratta di un evento di dimensioni impressionanti, secondo soltanto a quello che causò la scomparsa dei dinosauri 65milioni di anni fa. L’Iucn ha fatto un appello, nella speranza che i grandi della Terra possano intraprendere iniziative capaci di evitare "conseguenze potenzialmente catastrofiche, sia per la natura, sia per la popolazione mondiale".Salvare il mondo è ancora possibile, ma si deve agire subito: "Politiche e azioni per prevenire ulteriori perdite di biodiversità - afferma Sonia Pena Moreno, dell'Iucn - devono essere messe a punto entro il 2020 e la biodiversità deve essere conservata e ripristinata entro il 2050".Nello specifico l'Iucn chiede 20 obiettivi forti per il 2020, che si occupino delle cause dirette e indirette della perdita del patrimonio delle ricchezze naturali.Appuntamento chiave in Giappone: secondo gli esperti dell'organizzazione, un piano orientato all'azione dovrebbe uscire dalla prossima riunione della Convenzione sulla biodiversità di Nagoya, in Giappone, fissata ad ottobre. Il piano dovrebbe includere i tre target della Convenzione, cioè conservare la biodiversità, impiegare le risorse naturali in modo sostenibile e condividere i benefici in maniera equa, oltre ad evidenziare i legami fra conservazione, sopravvivenza dell'uomo e lotta alla povertà. Stando alla valutazione dell'Iucn, il 60% dei servizi forniti dagli ecosistemi si sono degradati negli ultimi 50 anni, mentre diventa sempre più "allarmante" la velocità di aggiornamento dell'elenco delle specie a rischio estinzione.Alcune delle specie a rischio estinzione: lo storione, pesce noto in tutto il mondo per le preziose uova, è il più minacciato di tutti. Il pesce, che vive sul Pianeta da almeno 250 milioni di anni, è ormai vicino a scomparire per sempre. Sono infatti 27 le specie di storione presenti nella Lista rossa, la maggior parte nella categoria più a rischio estinzione.Per la prima volta è fortemente minacciato il Beluga del Mar Caspio, insieme ad altre specie dello stesso mare, decisamente importanti dal punto di vista commerciale. Altre a rischio di scomparire sono la kaluga e lo storione Amur in Russia e una specie cinese (Psephurus gladius).Salvaguardare delle specie equivale a proteggere i mercati: "Le prove diffuse di questo declino - spiega Kent Carpenter, direttore valutazione specie marine mondiali dell'Iucn - ci allarmano sul fatto che nonostante le regole di protezione della pesca, lo storione è ancora in pericolo a causa della pesca storica, quella attuale illegale e il degrado degli habitat".Lo storione può vivere fino a un secolo ma non si riproduce annualmente, il che significa che sono necessari diversi anni per il recupero della popolazione. Il che costituisce un danno anche a livello economico, visto che il caviale del beluga arriva a 10mila dollari al chilogrammo.L’uomo agisca per salvare il pianeta e quindi anche se stesso: questo porta ad un sovrasfruttamento, legale e non, di tante specie, e diventa la principale minaccia alla loro sopravvivenza. Trattandosi di specie migratorie, la costruzione di dighe in Europa, Asia e Nord America nel secolo passato hanno di fatto ridotto l'accesso di questi pesci in numerose zone di deposizione. Ora, l'unica speranza è l'abilità dello storione di produrre milioni di uova, sempre a patto che parta un'azione di conservazione adeguata.Tiscali notizie
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