
L’ex giocatore del Lugano e della nazionale rossocrociata Mijat Maric ha pronunciato un discorso questa sera alla Rotonda del Festival di Locarno, in occasione della festa del primo agosto. Il vincitore dell’ultima Coppa Svizzera, nato in Bosnia e giunto da bambino nel nostro Paese, è stato intervistato da Mauro Antonini per Ticinonews, al quale ha anticipato i temi della sua allocuzione.
“Accolto nel momento del bisogno”
“La Svizzera è la mia seconda casa - spiega Maric - sono cresciuto qua. La Svizzera mi ha dato l’opportunità di diventare quello che sono. Nel momento del bisogno mi ha accolto e mi ha dato tutto quello che un ragazzo a quell’età deve avere”.
Le origini non si dimenticano
Per l’ex giocatore bianconero avere delle origini differenti da quelle rossocrociate non è un problema, anzi: “Sono nato in Bosnia e ho origini croate. È importante sapere da dove si viene e valorizzare le proprie origini, questo però non impedisce l’integrazione in un nuovo Paese. Gran parte della mia famiglia abita ancora in Croazia, anche i miei genitori sono tornati lì”.
Integrazione e razzismo
Per Maric, “in Svizzera si è fatto tanto per l’integrazione ma sono sicuro si può fare ancora di più, però siamo sulla buona strada”. L’ex campione bianconero vede il razzismo come un tema delicato: “C’è un po’ dappertutto, è difficile dire solo in Svizzera o solo all’estero... Però rispetto ad altri Paesi in Svizzera siamo avanti sotto questo aspetto e per come siamo fatti cercheremo sempre di migliorare”.
“Siamo rispettati nel mondo”
“Ho avuto la fortuna di vivere all’estero e di viaggiare tanto, quando dicevo che vengo dalla Svizzera avvertivo un senso di rispetto. Molti ci rispettano e siamo anche invidiati per come funziona il nostro Paese” precisa Maric.
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