Sanremo
La solitudine del numero cinque
3 © Shutterstock
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Patty Speroni
6 mesi fa
Il commento di Patty Speroni alla terza serata della 74esima edizione del Festival di Sanremo.

Quest’anno Amadeus ha deciso di dare in assoluta anteprima la classifica (molto parziale) dei soli primi cinque classificati. Un’ottima trovata per confondere le idee, un’efficace tecnica di depistaggio, rispetto ad una possibile previsione di vittoria ed un non trascurabile aspetto psicologico: nessuno si sente ultimo e può continuare a stare sul palco, senza cali di motivazione.

Un numero cinque che invita a volare basso: oggi sei primo, domani chissà. Immaginando l’Inferno dantesco, è suggestivo pensare di poter guardare che cosa accade nei gironi che vanno giù, sempre più giù, fino al buio del girone degli ultimi.

Che cosa si diranno là sotto? Mi immagino Gazzelle che continua a ripetersi che è venuto al Festival perché è semplicemente un palco, ma che non è in alcun modo interessato alla notorietà e alla visibilità. Mi prefiguro un incontro con il saggio Virgilio, che gli indichi la strada dell’anonimato e magari quella di possibili altri lavori, che rendano invisibili.

Ma sotto la solitudine del numero cinque si trovano gironi di molteplici sofferenze, quella di Sangiovanni che deve fare i conti con un forte disagio personale e psichico. Desidera aiuto, ma non sa a chi chiedere. Nella musica ha trovato un placebo, infatti il dolore non sembra attenuarsi. Quella di BigMama, che ha provato che cosa significa essere vittima di bullismo e di body shaming. Autolesionismo, intento suicidario, disturbi del comportamento alimentare e la sensazione di essere sbagliata. Quella di Alessandra Amoroso, oggetto di cyberbullismo e nel mirino di una cattiveria a tal punto destabilizzante da costringerla a lasciare temporaneamente la musica e ad intraprendere un percorso di analisi. Quella dei più giovani, che hanno ancora addosso il disagio dell’isolamento forzato causato dal Covid, che li ha privati di due anni di vita, quegli anni che, a parere di alcuni di loro, avrebbero dovuto essere gli anni dei progetti da realizzare, delle opportunità da cogliere, del semplice poter vivere la propria vita serenamente.

Sotto la solitudine del numero cinque c’è la parte più interessante del nostro essere semplicemente umani.

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