
Siamo abituati a vederlo in alcuni dei film più memorabili per intere generazioni di ragazzi: “Vado a vivere da solo”, “Sapore di mare” e “Yuppies”, tanto per citarne alcuni. Eppure Jerry Cala’ ha saputo rilanciarsi più volte nella sua carriera. Anche con la musica: dopo il sorprendente successo di “Ocio”, con il quale ha ottenuto milioni di visualizzazioni su Youtubue, adesso è la volta di “Un’altra estate che va”, singolo prodotto in collaborazione con il noto duo rap Two Fingerz e che sta già ottenendo ottimi risultati e diversi passaggi nelle radio principali italiane.
Abbiamo sentito l’attore mentre è alle prese con il suo tour, che lo terrà impegnato tutta l’estate nei principali luoghi di villeggiatura italiani.
Jerry, hai appena lanciato il tuo nuovo singolo “Un’altra estate che va”. Com’è nata l’idea?E’ tutto nata da una precedente collaborazione con Danti e Roofio dei Two Fingerz: assieme a J-Ax avevamo infatti lanciato sulla rete “Ocio” che ha fatto più di tre milioni di visualizzazioni. In questo caso ci siamo ispirati a un mio monologo sui social, dove prendo in giro i ragazzi che passano il tempo attaccati al loro smartphone.
Nella canzone infatti dici “prima c’era più contatto e meno chatto”…Si, quando vado al mare trovo incredibile che al posto che stare in compagnia ognuno sia impegnato a fare post sui social. Tanto che alla fine canto “siete dei gabbiani intrappolati su Whatsapp”.
Le tue estati, quelle di “Sapore di mare”, erano migliori?Prima ci si rilassava, con gli amici o con le fidanzate. Si passava del tempo unicamente per noi stessi. Invece adesso sembra obbligatorio farsi vedere: mostrare ogni istante su Instagram o magari noleggiare il macchinone per mettersi in mostra. Alle volte mi sembra che molti giovani la vivano più come un lavoro che come una vacanza.
Insomma, la vita da libidine era un’altra…Beh, per me è stare a godersi il sole, mangiarsi due spaghi, aspettare il tramonto e poi vivere la notte, magari in compagnia…
Una vita che cerchi di rappresentare nel video…Si, volevo proprio riproporre l’atmosfera di “Sapore di mare”, quella che è rimasta nel cuore a generazioni di ragazzi. Peraltro nel video, che ho diretto io, ci sono anche i Pantellas, un giovane duo comico molto bravo e che ringrazio per la simpatica disponibilità.
A proposito di giovani, il riscontro sul web del tuo video è stato molto positivo.Ovviamente ci speravo, ma non è mai scontato. Però sento sempre tanto affetto: faccio oltre cento serate l’anno e vedo che nei miei show ci sono sempre tanti giovani,molti dei quali non erano neppure nati quando erano usciti i miei film. Eppure ancora oggi li scoprono, imparano le battute e cantano le canzoni di anni fa. In un’epoca del mordi e fuggi, queste cose riescono a resistere al tempo che va e mi fa un enorme piacere. Questo è evidentemente merito di Vanzina, che ha fatto film che all’epoca sembravano commediole e invece sono diventati dei veri e propri cult.
Ai funerali di Carlo Vanzina hai mostrato grande commozione.Era un grande amico, a cui devo tanto per la mia carriera. Purtroppo sono anni che non vivo più a Roma e non ero al corrente della sua malattia: quando è uscita la notizia non riuscivo a credervi, pensavo fosse una fake news. Purtroppo non era così: la sua morte per me è stata un duro e improvviso colpo.
Qual è stato la sua grande forza?La sua capacità di raccontare le cose in maniera semplice e immediata e soprattutto la sua grande osservazione. Andava in giro per l’Italia a parlare con chiunque, facendosi raccontare storie e aneddoti, che poi riusciva a raccontare in maniera leggera ma efficace. Ed è proprio per questo che gli italiani si riconoscevano: a saputo descrivere pregi e vizi dell’Italia come pochi altri.
Comunque quando ti rivedremo sul grande schermo?Io le idee ce le ho, se qualche produttore vuole fare qualcosa di divertente come ai vecchi tempi sa dove trovarmi…
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