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Il turismo dell’orrore
Redazione
15 anni fa
Quando la compassione diventa cinismo, ed il cinismo in spettacolo per mediocri

Giusto parlare di ciò che accade nel mondo. Giusto è anche seguire lo svolgersi degli eventi che consideriamo importanti. Non è nemmeno sbagliato dibattere su ciò che ci accade intorno. Ma a tutto c’è un limite. Un limite che spesso, forse troppo, viene valicato. Tanto dai media, quanto da chi segue i media. Ma quali sono le conseguenze? Cosa succede quando giornali e televisione fanno di un sano confronto, un insano battibecco? Succede che la compassione si tramuta in cinismo. Il cinismo di coloro che si improvvisano giudici; di coloro che affermano di saperne di più, pur non centrando con la vicenda; di coloro che, ancora, vogliono dire la loro a tutti i costi, come se qualcosa da dire l’avessero. Ma la pace del silenzio, quella no. Il silenzio è d’oro, ma non abbastanza. E così, in barba a Lincoln, meglio parlare, dissipando così ogni dubbio… Quale dubbio? Quello di essere sciocchi, naturalmente. Già perché dopo il cinismo ecco giungere lo spettacolo puro. Lo spettacolo dei mediocri, degli sciocchi appunto. Uno spettacolo che, come si evince dal titolo del pezzo, sfocia nel mero ‘turismo dell’orrore’. Esattamente il turismo che vede in questi giorni Avetrana, località ormai nota proprio per l’omicidio di Sara Scazzi. Già perché proprio Avetrana ha visto riunirsi moltissima gente che, venuta da fuori, avrebbe dichiarato di essere li solo ed unicamente per portare la loro solidarietà a Sara. Strano dunque che queste persone si ritrovino ammassate davanti a casa Misseri, abitazione dello zio di Sara. Ancor più strano che tutti vogliano assolutamente vedere quel pozzo. Proprio quello dove è stato ritrovato il corpo senza vita di Sara. Insomma, la solidarietà sarebbe opportuno portarla a chi è stato distrutto da questa vicenda, non ai luoghi in cui la stessa si è consumata. Ma questo ‘turismo’ no. Questo turismo ha deciso di ripercorrere i luoghi della tragedia. La solidarietà diventa così un pretesto, e la reale ragione del voler visitare Avetrana diviene la classica frase “c’ero anch’io”. E sulle pagine di Tiscali online si legge addirittura che proprio davanti a casa Misseri si sarebbero dovuti recare Carabinieri e Polizia municipale al fine di transennare l’area circostante in modo da lasciare libero il passaggio. Lo stesso passaggio che, bloccato dalla folla, ha impedito a Valentina e Cosima (la sorella maggiore e la madre di Sabrina Misseri) di uscire di casa per una mattinata intera. L’evidenza dei fatti: a portare definitivamente alla luce il fatto che si tratti di ‘turismo dell’orrore’ è il fatto che molte delle persone ‘solidali’ avrebbero ben deciso di munirsi di macchina fotografica o videocamera al fine di riprendere dei momenti della vita di casa Misseri. Così la vita di due famiglie già rovinata da una tragedia interna, viene totalmente distrutta e resa quasi inutile dai più. I media, che pur di guadagnare incalzano senza guardare in faccia a nessuno; e la gente comune, che pur di prendere parte alla vicenda perde qualunque parvenza di pietà. E contro questo cinismo, a nulla varranno i tanti bigliettini e fiori bianchi lasciati dinanzi a casa Scazzi. Forse l’essere umano dovrebbe re imparare cosa sia la solidarietà, quella vera. Forse, sarebbe ora di riappropriarsi di determinati valori, smettendola una volta per tutte di crederci gli onnipotenti giudici di fatti che non conosciamo. Intanto il caso Scazzi diviene una nuova ed ulteriore prova dell’ignoranza mista a sadismo di cui solo l’essere umano può avvalersi. Lo stesso sadismo che ha fatto conoscere il fenomeno del turismo dell’orrore già in precedenti casi, come successe nel caso di Meredith, o nel caso Poggi, o ancora nel caso Erika Di Nardo e del compagno Omar, o nel caso del piccolo Samuele. E l’elenco potrebbe tranquillamente andare avanti. Sarà anche vero che la tragedia attira, ma se la gente per andare avanti nella vita ha bisogno di questi stimoli, forse qualcosa va cambia

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