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Il social firmato Trump parte col piede sbagliato
Ginevra Benzi
3 anni fa
Voleva essere un social media per la libertà d’espressione, ma questa non è garantita come promesso. Dalle prime espulsioni ai problemi tecnici, Truth Social non è partito col piede giusto

A seguito dell’espulsione dai principali social media (Facebook e Twitter) dovuta all’assalto a Capitol Hill, l’ex presidente americano Donald Trump ha deciso di dar vita a un suo social personale, denominato “Truth Social” (il social della verità), un nome che fa già intuire al mondo le sue intenzioni. Attualmente è scaricabile unicamente dall’App Store di Apple e solo negli Stati Uniti, ma per capire quale tipo di pubblico potrebbe essere effettivamente interessato a iscriversi a questo nuovo social “privato”, il giornalista informatico Paolo Attivissimo ha fornito ai microfoni di Teleticino una panoramica di quello che è consentito o meno fare, così come una valutazione sul suo attuale funzionamento.

“Rischia di essere una cassa di risonanza fra i sostenitori”
Secondo Attivissimo, questo nuovo social firmato Trump “sicuramente rischia di essere una cassa di risonanza dove soltanto i sostenitori di una certa ideologia, si parlano fra loro e quindi finiscono per amplificarsi a vicenda e incoraggiare le proprie idee”. Ma quando si ha a che fare con piattaforme create appositamente per attirare un certo tipo di pubblico e ideologia è questo che capita, aggiunge Attivissimo, sottolineando che l’elemento interessante da analizzare di questo social sia il “come verrà gestita la moderazione”

Libertà d’espressione, ma controllata
La politica di moderazione di Truth Social “consentirà la libera conversazione”, proponendosi come un’alternativa dove non ci sono vincoli a quanto si vuole esprimere. Tuttavia, se si guardano i documenti tecnici relativi la politica di moderazione, ci sono delle restrizioni ben più severe di quelle imposte da Twitter, commenta Attivissimo.

Alcuni utenti già espulsi
Dopo alcune dichiarazioni ritenute inaccettabili dal servizio, alcuni utenti sono già stati espulsi dal social trumpiano. Stando al giornalista informatico, l’espulsione può avere luogo a seguito di dichiarazioni considerate false, diffamatorie o ingannevoli. “È quindi molto soggettivo, alla fine siamo allo stesso punto in cui siamo con gli altri social network: chi si propone come paladino della libertà di parola poi alla fine si trova confrontato col fatto che la libertà di parola permette degli abusi che non sono sostenibili”.

Attualmente come sta funzionando?
Al momento, commenta Attivissimo, il social “non funziona molto bene”, molti utenti non riescono infatti ad iscriversi, al punto che è stato necessario “attivare una lista d’attesa, quindi c’è un numero massimo di persone che possono iscriversi giornalmente”. Lamentati anche molti problemi e difficoltà nel pubblicare e nell’accedere ai contenuti, così come nella ricezione della conferma di iscrizione. Essendo un social nuovo sul mercato, qualche problemino tecnico può capitare “però per il momento le recensioni sono positive, sullo Store Apple ha 4,1 stelle su 5, anche se di fatto molti utenti lamentano dei problemi” conclude Attivissimo.

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