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Il rimpianto di Fonzie
Redazione
17 anni fa
"Avessi accettato, ora avrei un aereo come John Travolta"

Ehi ehi ehi. Questa da Fonzie non ce l’aspettavamo. Il filosofo in giubbotto di pelle, cui bastava un’alzata di pollice per conquistare ragazze e risolvere problemi, ha segnato con Happy Days qualche generazione di teen ager, ma non è stato altrettanto abile a pianificare la propria carriera: l’ormai sessantenne Henry Winkler confessa infatti oggi di avere un grande rimpianto, aver rifiutato una parte al cinema che gli avrebbe cambiato la vita. Non una parte qualunque, ma quella di Danny in Grease poi andata a John Travolta, che proprio duettando con Olivia Newton John ottenne la consacrazione ufficiale. «Mi hanno chiesto se volevo quella parte, avevo letto il copione ma non mi interessava perchè mi avrebbe caratterizzato troppo come il bulletto dei “teen movies”. Quello che allora non sono riuscito a capire è stato quanto successo avrebbe avuto quel film e quanto, di riflesso, avrei potuto averne io. Così oggi, mentre John compra ville e aerei, io mi devo accontentare di un bell’appartamento...». Anche Arthur «Fonzie» Fonzarelli, a dire il vero, ha avuto ben più di un quarto d’ora di celebrità: ai tempi del telefilm riceveva circa 55 mila lettere a settimana dagli ammiratori. Pettine nella tasca posteriore dei jeans, stivaletti a punta, ciuffo malandrino, rappresentava il contraltare del buonista Richie Cunningham-Ron Howard. «Pensavo che Fonzie fosse talmente fantastico, da sconfiggere il sistema. Pensavo di essere così famoso che avrei scalato la cima di una montagna dopo l’altra. E invece a un certo punto sono scivolato a valle. E’ stato uno shock. Che ho fatto dopo? Mi sono messo a lavorare». Winkler oggi è un affermato produttore di telefilm e non disdegna qualche particina in commedie, tipo Cambia la tua vita con un click. Non sappiamo se il suo rimpianto sia autentico o ironico, quel che è sicuro è che a Travolta il ruolo in Grease non portò poi tutta quella fortuna: certo gli fruttò un sacco di proposte, ma lui avrebbe rifiutato la maggior parte dei ruoli a beneficio di un altro sex symbol emergente, Richard Gere. Fortuna volle che un regista quasi esordiente di nome Quentin Tarantino lo riportasse in auge affidandogli la parte di un sicario in Pulp Fiction. Il filosofo Fonzie direbbe: non basta un rifiuto, per spegnere un talento.

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