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Il 1 maggio del 1908 nasceva Guareschi, il padre di "Don Camillo"
Redazione
17 anni fa
Cent'anni dalla nascita e quaranta dalla morte di un grande intelletuale capace di far ridere l'Italia intera

Giovannino Guareschi, il padre di “Don Camillo e Peppone” è stato uno dei più importanti intellettuali civili italiani del Novecento, attività che lo ha contraddistinto come uomo,  giornalista, vignettista e scrittore. Nato il primo giorno di maggio del 1908 a Fontanelle di Roccabianca (nel parmense) iniziò giovanissimo a fare il giornalista nella città emiliana, ma emigrò presto a Milano. Giovannino Oliviero Giuseppe Guareschi (questo è il suo nome completo, e spesso scherzava sul fatto che un omone come lui fosse stato battezzato come "Giovannino"), era un uomo dall'animo forte e difficilmente influenzabile. Chi lo conosceva lo definiva solitario, rompiscatole, ombroso, ma sempre gli conferivano anche una rara capacità di ironia e sberleffo. Si mise a scrivere per la rivista umoristica dell'epoca, il "Bertoldo" non curandosi affatto delle possibili reazioni del regime fascista allora dominante in Italia, che anzi Guareschi non perde occasione di sbeffeggiare. Ma gli effetti di questa "militanza" indesiderata si fecero presto sentire. Scoppiata la seconda guerra mondiale l'Italia si allea con la Germania nazista. L'Italia diventa sempre più intransigente nei confronti delle voci di dissenso. Guareschi viene catturato e incarcerato e nel 1943 viene deportato in Germania e poi in Polonia. Dopo due anni di Lager torna in Italia e fonda "Il Candido", un altro settimanale di satira. Malgrado la brutta esperienza della carcerazione e del campo di concentramento, la lingua dello scrittore non si è certo ammorbidita. Sul Candido conduce battaglie antigovernative e "antipolitiche", senza risparmiare però neanche la fazione comunista e di sinistra. Nel 1954 è di nuovo agli arresti, con la scusa di aver pubblicato compromettenti lettere (poi risultate false), dell'allora presidente del Consiglio Alcide De Gasperi. Nel frattempo Guareschi da alla vita la saga di “Don Camillo e Peppone”. Due figure nemiche/amiche, tipiche delle due contrapposte anime dell'Italia post bellica. Don Camillo è un furbo prete antifascista, mentre Peppone è un sindaco comunista. Entrambi vivono a Brescello “il piccolo mondo di un mondo piccolo piantato in qualche parte della terra del nord” ed entrambi esecitano il loro differente potere. Dai suoi romanzi sono stati tratti cinque film che hanno divertito ed emozionato tutta l’Italia e che ancora sono molto amati. Il grande successo popolare lo travolge, ma la critica e gli intellettuali tendono a snobbarlo. Dietro l'umorista si nascondeva un uomo che ha dovuto soffrire disagi, umiliazioni, dolori e tradimenti. Molti tra i suoi più toccanti racconti sono in realtà trasposizioni di fatti reali che hanno inciso la sua anima fin nel profondo. Successivamente, per fortuna, fu ampiamente "sdoganato". La rivista "Life" riconobbe il suo fondamentale contributo, e lo definì come "il più abile ed efficace propagandista anticomunista in Europa", mentre Indro Montanelli ha più volte elogiato l'uomo e l'amico, fino ad affermare: "C'è un Guareschi politico cui si deve la salvezza dell'Italia. Se avessero vinto gli altri non so dove saremmo andati a finire, anzi lo so benissimo". Muore a Cervia il 22 luglio 1968 dopo aver passato gli ultimi anni di attività dietro le quinte e po' dimenticato da lettori e critica. Per poi essere dinuovo ricordato e amato da grandi e piccini. SKAQui troverete un bel ritratto di Guareschi, in un filmato ad opera di Repubblica Don Camillo - Il digiunoDon Camillo E L'Onorevole Peppone - Avete Mangiato Di Magro?

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