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I benefici della gentilezza
I benefici della gentilezza
I benefici della gentilezza
Redazione
6 anni fa
Abbiamo letto sulla stampa della vicina Italia una notizia curiosa, che ci ha colpito ma anche fatto riflettere

Nello scorso periodo abbiamo letto sulla stampa della vicina Italia una notizia curiosa, che ci ha colpito ma anche fatto riflettere. In un comune della provincia di Varese è stato nominato un “Assessore alle Gentilezza”. Incarico curioso, senza dubbio, ma anche significativo.

Se in una società come quella di oggi si è arrivati a parlare di Giornate della Gentilezza per sensibilizzare i giovani e in generale la società su questo tema, dovremmo fermarci a pensare: siamo realmente consapevoli del significato di questa iniziativa? Spesso purtroppo siamo testimoni di episodi dove la gentilezza viene meno, anche in situazioni che sembrano ovvie, come dare la precedenza alle persone anziane al supermercato oppure agli sportelli pubblici.

Mossi dalle mille giustificazioni personali, o anche dal semplice egoismo, non prestiamo realmente attenzione alle situazioni intorno a noi, oppure ce ne accorgiamo e volutamente le ignoriamo? Oggi la gentilezza non è più una cosa normale, e non è più così scontata; a farci riflettere deve essere il fatto che stiamo organizzando giornate per sensibilizzare i bambini e i ragazzi, che potrebbero essere i nostri figli, verso il tema della gentilezza.

Ma come possiamo rendere attente le persone a questo comportamento, che in teoria dovrebbe essere, come dice Goethe “la catena d'oro con la quale la società viene tenuta insieme”? Dobbiamo innanzitutto pensare che il cambiamento parte da noi (e ci sentiamo di aggiungere che questo vale in tutte le situazioni, sia lavorative che personali). Provate a pensare quando avete fatto una gentilezza per qualcun altro l'ultima volta. Se non riuscite a darvi risposta, capirete che anche voi siete “vittime” della standardizzazione dei sentimenti e della società!

Come può la gentilizza aiutarci nel lavoro?Alcuni semplici atteggiamenti o comportamenti possono aiutarci nella nostra missione di “gestione della gentilezza”, scopriamo insiemi quali. È consigliato ad esempio di sforzarsi di ricordare il nome del proprio interlocutore, magari pronunciandolo spesso, evitare durante le riunioni di sbirciare il telefono o, peggio, rispondere ad una chiamata: dare precedenza agli stimoli esterni è spesso percepito come una mancanza di rispetto - stesso discorso vale anche durante un pranzo o un momento di pausa tra colleghi, ben 3 persone su 4 ritengono che sia maleducato e fastidioso quando l'interlocutore si distrae con il telefono. Cercate di ascoltare sempre il vostro interlocutore con attenzione, e ricordate che dal primo momento di contatto potete lanciare un primo messaggio di voi e di apertura: ecco quindi che la stretta di mano deve essere calorosa ma non troppo forte, bisogna sempre presentarsi ma mai usando fronzoli o titoli eccessivi, e togliamoci gli occhiali da sole se una presentazione avviene all’esterno.

Tutti questi piccoli gesti svolti quotidianamente riusciranno sicuramente a farvi percepire come una persona migliore e a lungo andare il cambiamento si noterà. Come in altri articoli “motivazionali” pubblicati in questo spazio, il nostro intento è quello di farvi capire che il vero cambiamento parte sempre da noi; la ricerca della felicità è una condizione interiore e come tale deve iniziare dalla nostra forza di volontà, dalla voglia di cambiare davvero, dal cercare di migliorarsi.

Sia ben chiaro, nessuno qui vuole imporre nulla a nessun altro e ovviamente ognuno di noi è libero di seguire la sua strada come meglio crede, ma riteniamo che alcuni di questi consigli possano sicuramente contribuire a migliorare l’immagine percepita dai nostri interlocutori. Intervistiamo quotidianamente decine e decine di persone di ogni etnia, sesso e religione, e questi parametri non influiscono mai in nessun modo nella nostra valutazione finale, ma la cortesia, l’educazione e il rispetto verso se stessi e verso gli altri sono certamente valori che influiscono sul giudizio finale in fase di colloquio.

L’importanza dell’educazione primariaOggi ci siamo trovati a parlare con voi di argomenti che sembrano scontati, eppure negli ultimi due decenni abbiamo assistito ad un aumento allarmante delle violenze domestiche, dei crimini più efferati fino alla mancanza totale di regole da parte di molti giovani, e sovente molti di questi delitti non sono riconducibili a famiglie in stato di disagio ma a persone che apparentemente conducono una vita “normale” e sono ben inserite nella società. Molti di questi crimini vengono spesso associati alla mancanza di educazione in famiglia, e spicca senza dubbio l'educazione alla gentilezza che deve essere trasmessa fin da giovanissimi ai nostri figli.

Semplici gesti come cedere il posto ad una persona anziana, aiutare il prossimo in difficoltà o semplicemente aiutare la mamma; le odierne generazioni riscontrano forti carenze in termini di educazione alla gentilezza e all'aiuto verso il prossimo. I ritmi sempre più frenetici della società che circonda hanno indubbiamente spostato l’ago della bilancia delle priorità, e forse questo aspetto dell’educazione è venuto meno in tantissimi, troppi casi.

Ripartiamo da noi stessi, compiamo gesti di gentilezza ogni giorno e sforziamoci di offrire il nostro posto in coda ad una persona anziana o ad una donna incinta. E con i colleghi o le persone con cui non andiamo d'accordo o che ci stanno antipatici? Nessuno dice che bisogna diventare migliori amici, ma sicuramente un po' più di cortesia aiuta la convivenza, e vi assicuriamo che migliorano anche il clima di lavoro o in casa, in palestra, nello spogliatoio.

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A cura della redazione di Point Service SAGemma De FilippisCEO Point Service SA

(articolo publiredazionale)

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