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I 100 giorni che hanno cambiato il mondo
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Keystone-ats
10 ore fa
Il classico appuntamento del primo bilancio del primo anno del nuovo presidente americano si tramuta per Donald Trump in un giudizio piuttosto negativo.

Sono stati cento giorni che hanno cambiato il mondo e smantellato i vecchi, già molto precari, equilibri globali, ma senza costruire, per ora, nulla di nuovo. Il classico appuntamento del primo bilancio del primo anno del nuovo presidente americano si tramuta per Donald Trump in un giudizio piuttosto negativo. Lo è sicuramente a livello internazionale, ma la notizia delle ultime settimane è che anche in America i commenti sui primi cento giorni alla Casa Bianca cominciano a tradire incertezze e timori per il futuro. D'altra parte, succede quando vai a toccare i cittadini americani nei loro interessi vitali, a cominciare da quelli economici. E The Donald lo ha fatto con le sue controverse scelte sui dazi e con le immediate conseguenze sui mercati, le borse e i fondi pensione degli americani. Il tycoon continua a esprimere ottimismo e a invitare alla 'speranza' per il futuro, va dritto per la sua strada ma intorno a lui il mondo guarda perplesso, nelle migliori delle ipotesi, e impaurito a quello che viene deciso a Washington.

Politica internazionale

Per quanto riguarda la situazione politica internazionale, in poco più di tre mesi, Trump è riuscito a stroncare lo storico rapporto transatlantico con l'Europa, far precipitare l'Ucraina in una situazione di difficoltà e angoscia con mille dubbi sul futuro aiuto americano, sdoganare Vladimir Putin riaprendo il dialogo con Mosca che Biden aveva bloccato dopo l'invasione dell'Ucraina, rendere ancora più complicati i rapporti con Pechino a livello economico ma soprattutto politico, spostare gli equilibri in Medio Oriente con un forte appoggio a Netanyahu e un negoziato su Gaza che è stato un buco nell'acqua.

Economia

A livello economico, ha mandato il mondo in fibrillazione, ma soprattutto ha fatto saltare i nervi alle borse e ai mercati. Il punto non riguarda soltanto la decisione di porre i dazi alle merci di mezzo mondo - che di per sé è già un'iniziativa sorprendente - ma l'assoluta incertezza delle iniziative di Trump. Sulle tariffe, annunci e operazioni concrete si sono confuse per settimane, i continui stop and go e ripensamenti hanno reso ancora più complicata la situazione in un settore, quello della finanza e dell'economia, che si basa, da sempre, sulle certezze e sulla stabilità. L'instabilità permanente invece è stata la conseguenza e la caratteristica dell'azione del tycoon in questi primi 100 giorni alla Casa Bianca. Come detto, le conseguenze si sono sentite anche nei portafogli degli americani ai quali Trump ha promesso un nuovo 'sogno americano' e di fare di nuovo ricca l'America, dimenticando che gli Stati Uniti sono già il Paese più ricco del mondo - da decenni - con la produzione del 26% del Pil globale. Questo è l'altro aspetto di questo primo periodo di Trump da presidente americano: una narrazione che ha cambiato i punti fermi degli equilibri geopolitici di questi anni già indeboliti dalla guerra in Ucraina, la guerra a Gaza e le crescenti tensioni globali e che ha messo a dura prova i principi e i valori delle democrazie occidentali, quelli che da sempre legano l'America all'Europa. L'incontro con Zelensky a Roma e la presa di coscienza apparente su Putin regalano qualche briciola di speranza per il futuro e per un possibile e auspicato cambiamento di rotta di Trump. Vedremo nelle prossime settimane.

Ue, dazi e Putin

Di certo, per adesso, c'è invece che le accuse ai 'parassiti' dell'Europa, il nuovo dialogo con Putin in vista di una nuova possibile intesa con il Cremlino, i dazi indiscriminati che vanno contro le conquiste della globalizzazione e i principi del libero mercato, la guerra agli immigrati clandestini con metodi molto discutibili e controversi, le battaglie legali con la magistratura sono tutti segnali di un mutamento epocale dell'America che conoscevamo. E che, dopo soltanto cento giorni di Trump, è già profondamente cambiata.