
'Detox our fashion'. Questo - sostanzialmente - lo slogan assunto dall'organizzazione in difesa dell'ambiente Greenpeace. Già perché, secondo gli ambientalisti, la moda alla portata di tutti sarà anche a buon mercato; ma lo scotto si paga in salute. Salute che, come emerge dallo slogan, viene minacciata da svariati agenti chimico-tossici riscontrati in svariate marche di abiti. Tra queste figurerebbero nomi come Zara, Levi's e Calvin Klein. La denuncia a seguito di un'indagine su 20 marchi produttori di indumenti.Per la loro ricerca, gli ambientalisti hanno acquistato vari abiti di tutti e 20 i marchi. Al termine degli acquisti, l'organizzazione era in possesso di un campione comprendente 141 capi d'abbigliamento, tra cui jeans, magliette, camice, intimo e quant'altro. Una volta analizzati i 141 capi, si è potuto appurare che circa i due terzi presentavano sostanze nocive per l'organismo umano. Stando a quanto denuncia Greenpeace, questi agenti chimici potrebbero portare a squilibri ormonali ed al cancro.Oltre al danno che questi agenti hanno sull'essere umano, l'impronta ecologica. Questo studio è infatti l'evoluzione di una precedente ricerca. Nel 2011 gli attivisti avevano infatti dimostrato come alcuni fornitori di grandi gruppi tessili avvelenassero le acque di vari fiumi - per lo più cinesi - nei Pasi in via di sviluppo. Se quindi in molti abiti si è riscontrata la presenza di nonilfenoli etossilati, ftalati e addirittura coloranti contenenti ammine cancerogene; risulta evidente che l'inquinamento delle fabbriche continua indisturbato.Dure, in questo senso, le parole di Greenpeace: "I marchi accusati sono attori importanti dell'industria della moda, con la sola Zara che produce 850 milioni di capi di vestiario ogni anno. Si può immaginare l'entità dell'impronta tossica lasciata sul Pianeta, soprattutto in alcuni Paesi in via di sviluppo come la Cina dove molti di questi prodotti vengono realizzati".
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