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Google e il traduttore per cellulare
Redazione
15 anni fa
Entro pochi anni il cellulare non avrà confini

Problemi di lingua? Volete parlare di qualcosa con una persona che non parla la vostra lingua ma fate fatica a capirvi? Niente paura, ci pensa la grande G che sta sviluppando un traduttore quasi istantaneo per telefonini.Dopo il già apprezzato traduttore del motore di ricerca, che comprende 52 lingue, e dopo lo sviluppo del sistema di riconoscimento vocale per fare ricerche online senza l'ausilio della tastiera; ecco che Google punta sempre più ad entrare nella telefonia mobile. E l'obiettivo sarà semplificato proprio grazie alla combinazione delle due tecnologie sopra menzionate. Lo scopo finale è quello di avere una sorta di interprete direttamente all'interno del nostro cellulare. Questo analizzerà le frasi in "pacchetti" e continuerà ad ascoltare l'interlocutore finché non avrà riconosciuto il pieno significato del discorso. A questo punto lo tradurrà nella lingua voluta.Franz Och, responsabile servizi di traduzione Google, ha detto alle pagine del "Sunday Times" che per lo sviluppo del software speech-to-speech saranno necessari pochi anni. La problematica sta nel raggiungere la perfetta combinazione tra un accurato traduttore automatico e un sistema di riconoscimento vocale ad elevata precisione.Purtroppo, ammette lo stesso Och, se è vero che i traduttori di testo hanno fatto passi da gigante, è anche vero che questi stessi passi non sono stati raggiunti dai sistemi di riconoscimento vocale. Ad essere un problema è la diversità di voce ed accento di ognuno di noi. Ma, secondo Och, la natura personale dei cellulari dovrebbe consentire alla grande G di aggirare questo ostacolo. Och termina dicendo che una volta immesso sul mercato, il software diventerà tanto più accurato, quanto più verrà utilizzato.Ma l'idea di Google non piace a tutti, ed ecco giungere gli scettici. E' il caso di David Crystal, professore di linguistica della Bangor University, il quale sostiene che il maggiore problema di un sistema di riconoscimento vocale è costituito dalla variabilità degli accenti. Difatti, attualmente, nessuno di questi sistemi sembra funzionare correttamente. Crystal continua dicendo che forse Google riuscirà a giungere ad una soluzione, ma che nonostante ciò sarà impossibile ottenere in pochi anni, come predetto da Och, un dispositivo in grado, ad esempio, di tradurre lo slang di Glasgow.Ma Crystal, come probabilmente la maggior parte dei docenti di linguistica, è rammaricato dal fatto che già oggi chi possiede Babel Fish (il traduttore istantaneo online) non si pone nemmeno più il problema di imparare delle lingue straniere.Insomma, questa tecnologia sarà davvero un passo avanti?

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