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"Giacometti l'Egiziano"
Redazione
16 anni fa
Il Kunsthaus di Zurigo mette in luce la grande influenza della scultura egiziana nell'opera di Alberto Giacometti. Fino al 24 maggio 2009

Quanto l'arte egizia ha influenzato il lavoro dello scultore svizzero Alberto Giacometti ? Un fascino facilmente rintracciabile e in fondo dichiarato a più riprese dallo stesso autore, ma che la storia dell'arte non ha mai evidenziato con la grande chiarezza di cui è capace l'esposizione che il Kunsthaus di Zurigo, in collaborazione con il museo Egiziano di Berlino, ha in cartellone fino al 24 maggio 2009.La prima traccia dell'incontro di Alberto con la cultura egiziana è testimoniata da una relazione scolastica del 20 ottobre 1917 per la quale l'allora sedicenne allievo della scuola superiore di Schiers scelse il tema "Quale cultura è più nobile, la nostra o quella degli egizi?". 

Ma il vero confronto con la bellezza della scultura egiziana - precisamente quella proveniente dagli scavi di Amarna - Giacometti lo ebbe a Firenze nel corso del suo primo soggiorno in Italia nel 1920-21. In una lettera ai familiari racconta che la statua più bella per lui non era né greca né romana e tantomeno rinascimentale ma egiziana."Le sculture egiziane - scrive - hanno una magnificenza, un'armonia di linee e di forme, una tecnica così perfetta che poi nessuno è più riuscito a superare. (...) E come sono vive queste teste, come se guardassero o parlassero. (...) Ho acquistato anche un bel libro sull'arte egiziana, naturalmente tedesco, che contiene meravigliose immagini e anche poesie piene di forza e di vita."

La mostra si sviluppa in cinque sale. Oltre a quella dedicata ai disegni e all'attività del copiare altre 4 importanti sezioni riassumono le fasi principali della sua opera. Nella sala dedicata agli autoritratti la famosa scultura del volto del faraone Echnaton (1340 a.C.) è presentata accanto ad alcuni studi di Giacometti in preparazione all'autoritratto a figura piena del 1921, con il quale l'artista concluse il suo apprendistato presso il padre. Gli anni parigini dell'avvicinamento alle avanguardie e la ricerca di una stilizzazione della figura umana sono sintetizzati nel confronto tra l'opera in bronzo di Giacometti nota come il Cubo (1933-34) e la famosa statua-cubo in granito di Senenmut (1470 a.C.). Al centro della sezione successiva vi è lo studio del rapporto tra la figura e lo spazio. In questa sala le famose sculture allungate e filiformi di Giacometti - tra cui l'Homme qui marche (1947) e Figurine sur grand socle (1952) - presentate insieme alle statue funerarie egiziane. Nell'ultima sala alcune significative opere tardive come il busto della moglie Annette (1962), Diego assis (1964) e Lotar III (1965) sono esposte insieme a reperti celeberrimi come la scultura del volto della regina Nefertiti (1340 a.C.) e la "Testa Verde" (450 a.C.). www.kunsthaus.ch "Pacifico qua a Coira, va tutto bene, sono guarito, lavoro" - scritta ai margini di in un libro di pittura egiziana.

Alberto Giacometti (Borgonovo di Stampa, 10 ottobre 1901 – Coira, 11 gennaio 1966) è stato un pittore e scultore svizzero.H-esse

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