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Freakyhoody, il maestro d’asilo che fa discutere
Collage da foto dell’account Instagram
Collage da foto dell’account Instagram
Marco Jäggli
4 anni fa
Sylvain, uno degli uomini più tatuati di Francia, rischia il posto per via della sua passione. Alcuni genitori infatti non vogliono che insegni ai loro figli

470 ore di sedute, per un costo complessivo di 57’000 euro, nell’arco di quasi 10 anni. Questo il tempo e denaro costato al 35enne Sylvain, in arte Freakyhoody, per avere il corpo quasi completamente tatuato. L’ultimo passo lo ha fatto di recente, facendosi iniettare del colorante negli occhi, rendendoli così completamente neri. Ora però la sua passione sta mettendo a rischio la sua professione: Sylvain infatti lavora come supplente su chiamata per le scuole materne ed elementari della regione di Essonne, vicino a Parigi.

Sospeso dall’insegnamento all’asilo
“Non ho mai avuto problemi”, spiega Sylvain, intervistato da France 3, “ma di recente un bambino ha detto di avere avuto degli incubi dopo avermi visto in corridoio. Un bambino sui 70 della scuola materna dove insegno”. Questo ha portato l’ispettrice della scuola prima a sospenderlo, poi a relegarlo all’insegnamento primario, “per evitare casini”, sostiene Sylvain. Intanto però il suo conto in banca soffre e lui si sente messo da parte.

“Mi accusa chi non mi conosce”
Dopo questi fatti, Sylvain si è trovato al centro di una piccola bufera mediatica: le Parisien per esempio ha di recente pubblicato un’intervista a una madre che sosteneva che facesse “paura ai bambini”. Lui risponde così: “Non mi fanno mai lamentele direttamente. Sono sempre molto coraggiosi, con lettere all’ispettrice o ai giornali. E ogni volta sono genitori di bambini che non ho in classe”.

Il dibattito infuria
Intanto il caso sta facendo molto discutere in Francia, spaccando i pareri trai difensori della libertà personale e chi reputa che l’aspetto di Sylvain non sia decoroso o che possa avere un influsso negativo sui bambini, specialmente per gli occhi completamente tinti di nero. Intanto lui risponde ai critici: “Questo tipo di reazione è un po’ l’origine della xenofobia che, etimologicamente, è avere paura di quello che non si conosce (...). Capisco che alcuni genitori possano preoccuparsi della reazione dei bambini, ma allora li invito a venirmi a vedere per rendersi conto che sono un normale essere umano”. E sui bambini, ha spiegato a Les Grandes Gueules di Radio MonteCarlo, “Non ho nessun problema con loro, dopo due minuti si dimenticano del mio aspetto!”

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