Magazine
"Dormire con la mamma rende il neonato più intelligente"
"Dormire con la mamma rende il neonato più intelligente"
"Dormire con la mamma rende il neonato più intelligente"
Redazione
7 anni fa
#VITADAMAMMA - "Il co-sleeping è un importante contributo alla buona crescita del proprio bambino"

Nota: Questo articolo è scritto a favore del co-sleeping, ovvero il dormire col proprio neonato nel lettone. Negli anni 60-90 si diceva che i bimbi dovessero dormire in culla, ma le nuove ricerche scientifiche smentiscono questa teoria. Alle mamme che fanno dormire i figli nel lettone, suscitando le critiche dei nonni, consiglio di comprare il libro I cuccioli non dormono da soli di Alessandro Bortolotti.

In genere la puericultura “politically correct” asserisce che i bambini debbano dormire in culla perché secondo alcuni pediatri tenerli nel lettone è diseducativo, pericoloso e fastidioso. Io, che amo molto l’idea di un’educazione naturale, ritengo che anche i cuccioli d’uomo debbano essere trattati come i cuccioli d’altri mammiferi, quindi mi sembra coerente che per i primi mesi dormano in simbiosi con la madre. Se noi donne da latte siamo nate mammifere è forse perché dovremmo usare queste mammelle 24 ore su 24 no? L’uomo, a differenza degli uccelli o dei rettili, non è nato da un uovo e dopo alla nascita ha bisogno di tempo per abituarsi al mondo, quindi è logico che debba stare il più possibile vicino alla mamma. A parer mio – dico e ripeto: io sostengo una pedagogia primitivista, non sono un esempio da seguire- è giusto e naturale che la mamma, dopo la fatica del parto, abbia piacere a dormire col bebè disteso accanto e anche il piccolo, da questo lungo contatto, ne trae serenità e sicurezza. Unico problema: il bambino, quando poppa e dorme, emette dei grugniti e dei rantolii molto forti che lo fanno sembrare ad un cinghiale e deve essere girato da un lato all’altro. Il fatto che occupi molto spazio e che faccia rumori forti rendono il neonato molto ingombrante, quindi consiglio, anche per una questione di comodità (sempre che il padre sia d’accordo) alla mamma di dormire da sola col bimbo nel lettone, lasciando il papà sul divano.

I cuccioli non dormono da soli

Il libro di Alessandra Bortolotti dal titolo I cuccioli non dormono da soli - Il sonno dei bambini oltre i metodi e i pregiudizi, edito da Mondadori, spiega quanto sia importante per preservare l’armonia familiare dormire col proprio piccolo tra le braccia. Secondo l’autrice, psicologa ed esperta d’allattamento, La nostra cultura educativa moderna è basata sul distacco precoce dei bambini, in nome della loro presunta autonomia e indipendenza. Per via del femminismo e dell’idea secondo cui la donna debba avere più tempo per sé stessa si è tolto tempo prezioso all’unione simbiotica mamma-cucciolo, e così la società di oggi tende ad ignorare le emozioni dei bambini, specialmente quelle negative. Il risultato è il proliferare di indicazioni, consigli, metodi piuttosto rigidi, che puntano a insegnare ai genitori come ottenere bambini “meccanici”, ossia che non piangano, che dormano solo in culla, che non urlino e che non poppino dal seno per più di 40 minuti. In realtà, secondo natura, un cucciolo d’uomo di un mese è portato per istinto a succhiare il seno anche per 8 consecutive e a dormire vicino alla mamma. Se la natura dice di fare così, perché opporsi ad essa?

Lo scienziato James McKenna: dormire con la mamma promuove un migliore sviluppo cerebrale

James J. McKenna, Professore di Antropologia e direttore del Behavioral Sleep Laboratory presso l’Università di Notre Dame, è il massimo esperto del co-sleeping, e dice che è giusto che i neonati dormano coi genitori. In un articolo apparso sull’Huffington post, dice:

"La mia ricerca sulle madri che dormono con i neonati è iniziata quando ho scoperto che mia moglie era incinta. Come la maggior parte dei futuri genitori, sono andato a comprare di corsa tutti i libri che parlassero dell'argomento. Ma dopo averne letto qualcuno su come prendersi cura del proprio bimbo sono giunto a due conclusioni: o tutto quello che avevo imparato in antropologia, la mia specialità, era sbagliato, o tutte le raccomandazioni occidentali su come prendersi cura al meglio del proprio bimbo non avevano niente a che fare con i bambini. Forse erano più in connessione con le ideologie culturali e i valori sociali occidentali che si preoccupano più di ciò che vogliamo che i bambini diventino, piuttosto che capire chi sono veramente e di cosa hanno bisogno."

A parer suo, abbandonare un bambino da solo nella culla può portarlo ad avere crisi di pianto molto forti che possono interferire negativamente col corretto sviluppo neuronale. McKenna, infatti, sostiene che l’idea che i neonati si debbano calmare da soli è solo una costruzione sociale che non ha alcuna evidenza empirica che possa sostenerne la veridicità. Inoltre, misurando la frequenza respiratoria di suo figlio, e più tardi svolgendo ricerche in laboratorio con svariati volontari, si è accorto che il respiro della madre e del bambino sono regolati dalla presenza l’uno dell’altra. Il muoversi dei loro petti, lo scambio di diossido di carbonio, l’espirazione e l’inspirazione fanno sì che il neonato non si “dimentichi” di respirare. I neonati umani sono i primati che hanno il più lento sviluppo e la più forte dipendenza dalla madre rispetto a tutti gli altri animali perché gli nascono prematuri dal punto di vista neurologico. Per riuscire a passare attraverso l’apertura pelvica, devono nascere con solo il 25% del volume del cervello di un adulto. Ciò implica che il loro sistema fisiologico non è ancora in grado di funzionare in modo ottimale senza il contatto materno. L’unico ambiente davvero è adatto al neonato è il corpo della madre. Inoltre, accarezzandolo sulla testa, si può modificare il suo respiro, la sua temperatura corporea, il tasso di crescita, la pressione del sangue e i livelli di stress.McKenna , prima di affermare che dormire coi neonati sia giusto, ha svolto una serie di esperimenti con cuccioli di scimmia e neonati. Infatti dice:

"Ho studiato gli effettivi fisiologici negativi che un breve periodo di separazione materna ha sui cuccioli di scimmia: sulla frequenza cardiaca, sul respiro, sulla temperatura corporea, sulla sensibilità alle malattie, sui livelli di cortisolo, la digestione e i tassi di crescita. Come potrei essere sorpreso che il primate meno sviluppato di tutti sia risultato essere ancora più sensibile a questi segnali sensoriali? Tenere in braccio un bambino, cullarlo e dormire con lui non è solo un bel principio sociale ma anche un importante contributo alla sua buona crescita.

Ho deciso quindi di applicare sull'uomo ciò che avevo imparato sul comportamento delle scimmie e vedere se il contatto notturno (l'allattamento e la condivisione del letto) regolano davvero il comportamento dei neonati nel modo in cui ho descritto e cosa invece accade se i bambini dormono da soli. Abbiamo dimostrato come le modalità sensoriali delle madri e dei bambini si influenzano a vicenda: non è solo la madre a cambiare lo stato del sonno e la condizione fisiologica del bambino ma è anche il bambino che regola il comportamento e lo stato fisiologico della madre.

Chiaramente per dormire insieme bisogna prendere le dovute precauzioni ma condividere il letto può essere una protezione quando è connesso all'allattamento. Oggi sappiamo che tante mamme che allattano optano per il co-sleeping proprio perché riescono a dormire di più, a gestire meglio l'allattamento e a connettersi con maggiore intensità con il proprio bambino.

Quando viene fatto in modo sicuro, il co-sleeping fa felici mamme (papà!) e bambini e ha effetti positivi sulla crescita di questi ultimi. Senza alcun dubbio, quindi, le madri che dormono con i loro bambini non dovrebbero essere condannate né considerate irresponsabili. In un modo o nell'altro, infatti, il 90% degli esseri umani dorme con i propri bambini!".

Mamma vichinga

© Ticinonews.ch - Riproduzione riservata