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Pranzo al volo a Pompei
Nereide a cavallo rinvenuta nel termopolio. Immagine sito archeologico di Pompei
Nereide a cavallo rinvenuta nel termopolio. Immagine sito archeologico di Pompei
Redazione
3 anni fa
Rinvenuto nel sito campano un termopolio, sorta di bottega per la consumazione rapida di pietanze. La scoperta è considerata eccezionale dagli esperti per le informazioni che può fornire

Importante scoperta archeologica nel sito di Pompei. Un “termopolio”, ovvero una delle tavole calde dell’antica città romana, è riaffiorato per intero in occasione di scavi iniziati nel 2019. Sulle pareti sono stati rinvenuti alcuni affreschi di nature morte e di una nereide (una ninfa marina) a cavallo, oltre che a resti alimentari, a ossa di animali e anche a vittime dell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., causa del seppellimento del centro urbano.

Come si legge sulla pagina web del sito archeologico, “Considerate l’eccezionalità delle decorazioni e al fine restituire la completa configurazione del locale, ubicato nello slargo all’incrocio tra il vicolo delle Nozze d’argento e il vicolo dei Balconi, si è deciso estendere il progetto e di portare a termine lo scavo dell’intero ambiente.”

Cosa è emerso dagli scavi
“In questa nuova fase di scavo, sull’ultimo braccio di bancone portato alla luce sono emerse altre pregevoli scene di nature morte, con rappresentazioni di animali, probabilmente macellati e venduti nel locale. Frammenti ossei, pertinenti gli stessi animali, sono stati inoltre rinvenuti all’interno di recipienti ricavati nello spessore del bancone contenenti cibi destinati alla vendita, come le due anatre germane esposte a testa in giù, pronte ad essere preparate e consumate, un gallo e un cane al guinzaglio.”

Non sono però solo animali i resti rinvenuti nello scavo: delle ossa umane testimoniano della tragica fine della città. Alcune sarebbero riconducibili a un individuo sulla cinquantina, probabilmente posizionato su un letto o una branda all’arrivo della colata piroclastica del Vesuvio, composta da gas e polveri ad alte temperature.

Buontemponi dell’Antichità
Sicuramente curiosa è la scoperta di un graffito dell’epoca, riportante la scritta ingiuriosa “Nicia cineadecacator”. L’insulto era probabilmente rivolto a Nicia, forse un “liberto” (schiavo liberato) proveniente dalla Grecia e proprietario o impiegato nel termopolio, apostrofato come “cacatore invertito”.

Una miniera di informazioni
Le scoperte sono considerate eccezionali perché è la prima volta che un termopolio viene scavato per intero. Inoltre, come spiega il direttore dell’area archeologica Massimo Osanna, “è stato possibile condurre tutte le analisi che le tecnologie odierne consentono. I materiali rinvenuti sono stati, infatti, scavati e studiati sotto ogni aspetto da una squadra interdisciplinare composta da antropologi fisici, archeologi, archeobotanici, archeozoologi, geologi e vulcanologi. I materiali saranno ulteriormente analizzati in laboratorio, in particolari i resti rinvenuti nei dolia (contenitori in terracotta) del bancone, che rappresenteranno dei dati eccezionali per capire cosa venisse venduto e quale fosse la dieta alimentare.”

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