
Silvio Berlusconi ha rilanciato il modello Rubik? La domanda si pone dopo l’ultima promessa elettorale del Cavaliere. Infatti Berlusconi ha garantito che in caso di vittoria restituirà l’IMU sulla prima casa versata l’anno scorso dai proprietari di immobili. I soldi per finanziare questa operazione dovrebbero arrivare dalla Svizzera, più precisamente dalla firma dell’accordo sul modello Rubik che stanno negoziando Berna e Roma. Alcune considerazioni si impongono subito. In primo luogo, il Governo Berlusconi e soprattutto il suo ministro dell’economia Giulio Tremonti si sono sempre rifiutati di trattare con la Svizzera e hanno sempre sostenuto di volere la scomparsa del segreto bancario per passare allo scambio automatico di informazioni. Il Cavaliere può ovviamente sostenere che questa era la posizione di Tremonti, con il quale i rapporti nel corso del tempo si sono fatti sempre più burrascosi. Si potrebbe concludere che la vittoria elettorale vale questo voltafaccia. Il secondo punto è quello più ostico. L’ammontare del gettito dell’IMU sulla prima casa si aggira attorno ai 4 miliardi di euro. Si tratta di cifre consistenti, ma non esorbitanti. Esorbitanti sono invece le stime fatte sui proventi di un eventuale accordo con la Svizzera. Secondo le stime del PdL, l’accordo Rubik dovrebbe produrre un gettito di 25/30 miliardi di euro una tantum, come frutto dell’imposta liberatoria che sana la posizione fiscale degli investitori italiani che detengono patrimoni i Svizzera, e 5 miliardi di euro l’anno, come gettito dovuto all’impegno delle banche elvetiche di prelevare le tasse sui conti in Svizzera dei residenti italiani e di riversarli a Roma. Queste cifre appaiono molto stravaganti e molto probabilmente si basano su una stima molto gonfiata degli averi italiani in Svizzera e contemporaneamente su un’aliquota dell’imposta liberatoria molto elevata. Come noto, la posizione elvetica è chiara: l’aliquota dell’imposta liberatoria non deve superare il 10 per cento. Con un’aliquota di questo genere appare pressoché impossibile ottenere un gettito di 25/30 miliardi, anche perché molti investitori italiani emigreranno verso altri lidi per non essere sottomessi all’accordo Rubik. Ma questi particolari a Berlusconi non interessano molto. Importante è fare effetto sull’elettorato italiano. Sta comunque di fatto che ora i principali partiti italiani si sono schierati a favore di una soluzione del contenzioso fiscale con la Svizzera. Infatti Mario Monti ha avviato le trattative con Berna attualmente in corso, anche se ha dichiarato che l’accordo Rubik non deve assomigliare ad un condono fiscale. Anche il Partito Democratico si è detto favorevole alla conclusione di queste trattative. Ovviamente, le posizioni di principio non bastano, anche perché spesso il diavolo si nasconde nei dettagli. E il principale scoglio è appunto rappresentato dall’aliquota dell’imposta liberatorio e dall’acconto che le banche svizzere si impegnano a versare a Roma su dopo la ratifica dell’intesa. Insomma, questioni di grande rilevanza. Sta di fatto pure che, dopo l’affossamento del modello Rubik da parte del Bundesrat tedesco, dall’Italia giungono importanti segnali di apertura. E’ comunque difficile prevedere se questi segnali influenzeranno altri Paesi europei e soprattutto e soprattutto la Commissione europea. Ciò lo si potrà capire solo quando l’Italia avrà un nuovo Governo (se lo avrà) e quando le trattative con Roma avranno sciolto i nodi che ancora esistono. In ogni caso la proposta di Silvio Berlusconi fa sì che l’accordo con la Svizzera diventi un tema centrale della campagna elettorale italiana.
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