
Latte whisky e miele contro l'influenza; brandy contro il dolore al molare e, all'insegna del western, whisky a gogo prima dell'esportazione della pallottola dalla ferita. Insomma, nel mondo della vecchia medicina ed in quello fatto di rimedi della nonna, l'alcol è un analgesico duro a morire. Questo, almeno, quanto pubblicato su "Journal of Pain".La ricerca in questione è stata condotta dagli esperti dell'University of Florida di Gainesville ed ha preso in esame 3000 persone affette da: dolori ai denti, alla mandibola, al viso e osteoarticolari.Di queste 3000 persone, è emerso che il 25-28% (circa un quarto) faceva uso di alcol al fine di alleviare il dolore. Ed il profilo tipo, analizzato dai ricercatori stessi, dei soggetti facenti uso di alcol per sopperire il dolore è il seguente: giovane adulto, di sesso maschile, bianco. Ma, commenta il ricercatore Joseqh L. Riley III, si aggiungono caratteristiche quali: maggiore frequenza del dolore e depressione. A fungere invece da deterrente all'alcol quale rimedio fai da te, continua Riley, sembra essere il matrimonio.Coloro che bevono al fine di evitare il dolore, sono tuttavia gli stessi che fanno largo uso di analgesici da banco. Un dato preoccupante, se pensiamo a quale mix micidiale si prospetta correlando le due sostanze. Ed in effetti, gli effetti collaterali che si rischiano tramite l'assunzione di alcol ed analgesici possono risultare molto gravi.Lo stesso Riley fa notare che coloro i quali bevono alcolici, sono gli stessi che ne nascondono l'uso. E' dunque bene, all'interno del mondo medico, tenere presente questo fatto. Si, perché se il medico prescrive farmaci in corrispondenza di un largo uso di alcol da parte del paziente, ecco che quest'ultimo si ritrova ad assumere vere e proprie bombe tossiche; capaci addirittura di peggiorare gli effetti, già pericolosi di loro, dell'aspirina sullo stomaco o del paracetamolo sul fegato. Peggio del peggio, l'alcol abbinato ad analgesici oppiodi, in questo caso si rischia addirittura l'inibizione dei centri del respiro.Sempre dalla ricerca, emerge che i soggetti meno propensi a miscelare l'alcol con gli analgesici, sono coloro affetti da dolori reumatici. Riley, in questo caso, sostiene che i pazienti affetti da questa infezione, sono generalmente in età avanzata. Per questo non adottano la malsana abitudine dell'alcol. E' invece provato che la maggior parte di persone facenti uso di alcol come rimedio antidolorifico, sono soprattutto i giovani adulti.Bisogna però tenere conto che molti malati cronici sono seguiti da centri specializzati, per cui tendono ad essere maggiormente informati rispetto chi, ad esempio, assume l'analgesico per il momentaneo mal di denti.I ricercatori coinvolti in questo progetto sostengono che lo stesso deve servire, comunque, più da promemoria per i medici, che da "bollettino informativo" per i pazienti. In pratica sarebbe un monito affinché i medici prestino maggiore attenzione all'uso di alcol da parte del proprio paziente al fine di stabilire una corretta cura e, nel caso dovesse servire, a prescrivere un percorso educativo per quanto riguarda la correlazione di alcol ed antidolorifici.Ma non solo, se è provato che i pazienti facenti uso di alcol sono gli stessi aventi un forte rischio di depressione, il medico potrà anche suggerire al paziente una visita da uno psicologo.
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