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“Azione, ma anche tanta raffinatezza”
Daniele Coroneo
4 anni fa
A 35 anni dalla pubblicazione del primo numero di Dylan Dog, il suo disegnatore racconta a Ticinonews il processo di creazione dietro a uno dei fumetti più letti d’Italia

Era “L’Alba dei morti viventi”: 35 anni fa viene pubblicato il primo numero di Dylan Dog, fumetto dalle tinte horror e thriller che in Italia è ancora ai primi posti nelle vendite del genere. Nella prima squadra di creativi dalle cui penne uscì l’investigatore dell’incubo c’era anche Luigi Piccatto, disegnatore, che la scorsa settimana è passato da Lugano. Lo ha incontrato Ticinonews.

Subito l’entusiasmo
“Il primo approccio è stato entusiasmante”, inizia a raccontare. “A me piaceva il genere horror. Ma quel fumetto, così d’azione, aveva anche una raffinatezza che pervade tutte le storie”.

Scene immaginate e poi disegnate
Dopo qualche anno, Dylan Dog diventa un fenomeno editoriale trasversale, apprezzato dal grande pubblico ma anche da intellettuali come Umberto Eco. Dal 1986 a oggi, però, i fumetti che narrano le avventure di questo ex poliziotto che corre in difesa dei deboli e di mostri spesso più buoni dell’uomo sono cambiati molto. E dopo un così lungo periodo insieme, che rapporto ha un creatore con la sua creatura? “Quando disegno Dylan Dog non ho nessun problema”, risponde Luigi Piccatto. “Quando arriva la sceneggiatura, cerco di capirla e poi di vederla in immagine, nella mia testa. In men che non si dica, è già mezza disegnata. Il processo del disegno diventa così molto scorrevole. E funziona: funziona per me, che posso lavorare a ritmo sostenuto, ma funziona anche per Dylan Dog. Sento così che le immagini che ho scelto sono giuste”.

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