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Per l’azzeramento delle emissioni, ma il resto non convince
Immagine Shutterstock
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Redazione
3 anni fa
La Commissione dell’ambiente del Consiglio nazionale è favorevole a un azzeramento delle emissioni di gas serra entro il 2050, senza però vietare di principio i combustibili fossili

“No” all’iniziativa per i ghiacciai, “sì” al controprogetto diretto del Consiglio federale. Questo l’esito delle discussioni in seno alla Commissione dell’ambiente del Consiglio nazionale (CAPTE-N), favorevole a un azzeramento delle emissioni di gas serra entro il 2050, senza però vietare di principio i combustibili fossili. L’iniziativa “Per un clima sano (Iniziativa per i ghiacciai)”, depositata il 27 novembre 2019 dall’Associazione svizzera per la protezione del clima, chiede che a partire dal 2050 la Svizzera non emetta più gas serra di quanto i serbatoi naturali e tecnici di CO2 ne possano assorbire. Contemporaneamente non dovrà in linea di principio più essere possibile immettere sul mercato combustibili e carburanti di origine fossile. Deroghe sarebbero possibili per le applicazioni per le quali non esistono alternative tecniche.

Il controprogetto governativo
Soprattutto quest’ultimo aspetto ha fatto storcere il naso al governo, favorevole a una formulazione più blanda. Oltre alla sostenibilità sociale, l’esecutivo intende considerare la situazione particolare delle regioni discoste e di montagna, meno ben servite dai trasporti pubblici rispetto alle aree urbane. In un nuovo articolo costituzionale, il controprogetto stabilisce inoltre che la sicurezza nazionale non può essere compromessa: per gli interventi di protezione e di salvataggio, esercito, polizia e servizi di intervento devono poter fare ricorso, in caso di necessità, ai carburanti fossili. Deroghe devono essere possibili se le tecnologie alternative non sono sostenibili dal punto di vista economico e sociale o se sono disponibili solo in misura insufficiente. Il Consiglio federale intende pure lasciare aperta la possibilità di compensare in Svizzera o all’estero con serbatoi di CO2 le emissioni di gas a effetto serra ancora presenti nel 2050. Questo poiché il potenziale di stoccaggio permanente del CO2 in Svizzera è limitato da condizioni quadro tecniche, economiche, ecologiche e sociali.

...appoggiato dalla commissione
La posizione del governo è sostenuta dalla CAPTE-N che ha bocciato per 14 voti a 9 e 2 astensioni l’iniziativa popolare poiché considerata troppo esigente, specie per quanto attiene al divieto di principio di immettere sul mercato combustibili e carburanti fossili, specifica una nota odierna dei servizi parlamentari. Una minoranza pensa invece che l’eliminazione graduale dell’energia fossile sia inevitabile per raggiungere l’obiettivo e sostiene quindi l’iniziativa. La CAPTE-N ha quindi deciso di sostenere (14 voti a 11) il controprogetto diretto del Consiglio federale che riprende l’obiettivo di un saldo netto delle emissioni, ma che tiene conto maggiormente degli interessi in gioco circa combustibili e carburanti fossili.

Una via più veloce?
Nel frattempo, la CAPTE-N sta elaborando un proprio controprogetto, ma indiretto, ossia a livello di legge e non di Costituzione federale, che riprende sostanzialmente nei contenuti la proposta governativa. Il Motivo? Questa strada è considerata più veloce. Se i lavori per l’elaborazione di un controprogetto indiretto andranno a buon fine, una parte della CAPTE-N si riserva quindi di ritornare alla posizione espressa in relazione al controprogetto diretto, specifica il comunicato. Allo stesso tempo, la Commissione chiederà una proroga di un anno per la decisione riguardante l’iniziativa popolare. Una minoranza della CAPTE-N si oppone a un controprogetto diretto e vorrebbe che al voto sia sottoposta unicamente l’iniziativa popolare. Circa il controprogetto indiretto all’iniziativa, con 22 voti e una astensione, la CAPTE-N è quindi entrata nel merito su un primo disegno di legge che riprende gli obiettivi del controprogetto diretto e li fissa in una legge quadro. Le consultazioni continueranno nel prossimo trimestre, in modo che il Consiglio nazionale possa decidere sul progetto commissionale nella sessione estiva del 2022.

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