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Alzheimer, scoperta una nuova via per prevenire la neurodegenerazione
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Keystone-ats
9 mesi fa
Lo indica una ricerca condotta sui topi dalla Washington University School of Medicine a St. Louis. I risultati, pubblicati su Nature, potrebbero aprire la strada alla sperimentazione clinica di farmaci già disponibili sul mercato e utilizzati per altre malattie come la sclerosi multipla.

Scoperta una via alternativa per prevenire la neurodegenerazione nell'Alzheimer e nelle altre malattie legate all'accumulo di proteina tau nel cervello (taupatie): consiste nel bloccare l'ingresso o l'attivazione delle cellule T, ossia i killer del sistema immunitario che rispondono alla chiamata delle cellule della microglia e che sono tra i maggiori responsabili dei danni neurologici. Lo indica una ricerca condotta sui topi dalla Washington University School of Medicine a St. Louis. I risultati, pubblicati su Nature, potrebbero aprire la strada alla sperimentazione clinica di farmaci già disponibili sul mercato e utilizzati per altre malattie come la sclerosi multipla.

Cosa si è scoperto

Lo studio dimostra infatti che nei topi con accumuli di proteina tau nel cervello sono presenti molte più cellule T della norma e queste si concentrano nelle regioni dove è maggiore la presenza di microglia e di neurodegenerazione. Le cellule della microglia, infatti, rilasciano molecole segnale che richiamano le cellule T dal sangue e le attivano; le stesse cellule T, poi, emettono molecole che stimolano ulteriormente la microglia aumentando l'infiammazione. Eliminare la microglia o le cellule T permette di bloccare questo circolo vizioso riducendo drasticamente i danni al cervello. "Questo potrebbe davvero cambiare il modo in cui pensiamo allo sviluppo di trattamenti per l'Alzheimer e le malattie correlate", afferma il neurologo David M. Holtzman. "Prima di questo studio, sapevamo che le cellule T sono più numerose nel cervello delle persone con Alzheimer e altre taupatie, ma non sapevamo per certo che causassero la neurodegenerazione. Questi risultati aprono nuovi entusiasmanti approcci terapeutici. Alcuni farmaci ampiamente utilizzati prendono di mira le cellule T. Fingolomid, ad esempio, è comunemente usato per trattare la sclerosi multipla, che è una malattia autoimmune del cervello e del midollo spinale. È probabile che alcuni farmaci che agiscono sulle cellule T possano essere usati in studi clinici sull'Alzheimer e altre taupatie, se dimostreranno di avere una funzione protettiva nei modelli animali".