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La bufala del Blue Monday
La bufala del Blue Monday
La bufala del Blue Monday
Redazione
4 anni fa
Il terzo lunedì di gennaio sarebbe il giorno più deprimente dell’anno, ma è un falso. Ecco da dove nasce

Il Blue Monday è una vecchia trovata pubblicitaria del 2005, eppure continua a sopravvivere. Anche nel 2020, infatti la vecchia storia del “lunedì più triste dell’anno” torna a spopolare in rete, dai social ai giornali ai principali motori di ricerca.

Ma, insomma, non c’è bisogno di uno studio per capire che gennaio effettivamente non è il mese più felice dell’anno: tutte le feste sono finite, ricomincia un anno lavorativo nuovo e pieno di preoccupazioni. Ma, da qui ad affermare che esiste una base matematica per stabilire che un giorno in particolare è per chiunque e ovunque il peggiore di tutti, ce ne passa.

Come è nata la bufala del Blue Monday

La storia del lunedì più nero è nata da una campagna pubblicitaria, spiega il portale Wired.it. Era il 2005 quando la compagnia di viaggi “Sky Travel” decide di promuovere un’iniziativa per convincere i propri clienti che la loro eventuale tristezza aveva un fondamento scientifico – mostrando una formula – e che per questo la si poteva combattere con una bella vacanza. Il Blue Monday, comparve dunque per la prima volta all’interno di un comunicato stampa aziendale e, non si sa perché, fu subito ripreso da molte testate giornalistiche.

La formula del Blue Monday

Sky Travel ha pubblicato più di una formula per il Blue Monday. Ma, le due formule cozzano. In primo luogo forniscono risultati diversi e poi, vengono citati parametri senza specificare l'unità di misura e, da ultimo, vengono indicate grandezze non quantificabili e che non tengono conto delle differenze tra le aree geografiche, come per esempio il clima(W).

Tra gli altri parametri abbiamo l’ammontare di debiti(D), il salario mensile(d), il tempo che ci separa dal Natale(N), il tempo trascorso da quando ci siamo resi conto che i buoni propositi di inizio anno sono falliti, il livello di motivazione(M) e la nostra risoluzione nell’agire(Na).

Ma chi ha inventato l’equazione del Blue Monday?

Tutte le fonti sembrano concordare sulla paternità delle formule. Si tratta dello psicologo Cliff Arnall, che sul suo profilo Twitter si presenta come “Author of the #BlueMonday formula” presentato come esponente del Centre for Lifelong Learning. Arnall, pochi anno dopo confessato di essere stato contattato da un’agenzia che era alla ricerca di uno scienziato disposto a mettere la propria firma su uno studio con le conclusioni già scritte del tutto privo di fondamento.

La trovata economica

Come sempre, lo sappiamo, il pericolo che corriamo è quello di “cadere in tentazione” e venire manipolati da trovate pubblicitarie ed economiche che sfruttano, palesemente, i nostri sentimenti. In seguito al calo di prenotazioni subito successivo alle feste di dicembre era necessario trovare un motivo per invogliare le persone a viaggiare. La tristezza e la monotonia sembravano i sentimenti perfetti da suscitare per generare nella mente dei potenziali clienti la voglia di mettersi in viaggio. E quindi, nei piani della Sky Travel, il Blue Monday era il modo migliore per convincerli che era il momento perfetto per sentirti tristi.

La posizione della comunità scientifica

Secondo gli esperti interpellati da varie fonti, tutti sostengono che le equazioni utilizzate sono “completamente antiscientifiche, matematicamente assurde e prive di qualsiasi prova a supporto”.

Il Blue Monday, patrimonio dell’umanità

La campagna pubblicitaria della Sky Travel è ormai da tempo conclusa ma, visto il successo dell’iniziativa molte altre aziende hanno promosso la vendita di beni e servizi rilanciando la stessa teoria. Per questo, si potrebbe dire che “il lunedì più nero dell’anno” è diventato protagonista di molte campagne pubblicitaria che, lo ripetiamo, puntano a vendere prodotti subito dopo le vacanze natalizie.

Se oggi provate a digitare #bluemonday sulle barre di ricerca dei social più utilizzati escono centinaia e centinaia di post: “oggi è il #bluemonday, e io lo sento tutto”, “per me è il #bluemonday tutti i giorni”, “cosa c’è di meglio di un tiramisù per sconfiggere il #bluemonday?” e così via. Sembra quindi essere una trovata riuscita che trae in inganno diversi utenti.

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