
Alcuni uccelli marini, come la sula bassana, stanno sviluppando anticorpi in grado di proteggerli dal virus dell'influenza aviaria H5N1. È quanto hanno scoperto ricercatori britannici nell'ambito del progetto 'FluMap', guidato dall'Animal Plant Health Agency. L'epidemia di influenza aviaria H5N1, iniziata nel 2021, è stata la peggiore mai registrata e si stima abbia ucciso milioni di uccelli selvatici. A oggi non è chiaro se gli uccelli sopravvissuti al virus sviluppino anticorpi in grado di proteggerli. Il progetto ne ha fornito una prima conferma.
Analizzate le colonie di sule del Nord Atlantico
I ricercatori hanno analizzato le colonie di sule del Nord Atlantico concentrandosi sulla più grande: quella dell'isola di Bass Rock, sulla costa orientale della Scozia. È incerto il numero di animali uccisi dall'aviaria sull'isola, tuttavia le dimensioni della colonia, nel 2022, erano del 71% più piccole rispetto al 2014. I test del sangue effettuati su campioni di uccelli sopravvissuti all'infezione hanno confermato che una parte di loro aveva anticorpi specifici contro H5N1. Il riconoscimento degli animali sopravvissuti è stato reso possibile da un peculiare fenomeno: le sule colpite dall'aviaria perdono il tipico colore azzurro delle iridi, che tendono a diventare nere. Risultati analoghi sono stati riscontrati su un'altra specie di uccello, il marangone dal ciuffo.
Buon segnale, ma immunità non garantita per la prole
La presenza di anticorpi contro l'H5N1 è un buon segnale, ma i ricercatori sono cauti. "I virus dell'influenza aviaria sono inclini a mutare e i livelli di anticorpi probabilmente diminuiranno nel tempo", fa notare la Animal Plant Health Agency in una nota. "Inoltre, non è garantito che la prole del prossimo anno sia immune. Ciò suggerisce che non ci sono ancora grandi benefici a livello di popolazione".