
Il blocco delle forniture di gas alla Polonia riguarda soprattutto il gasdotto Yamal, inizialmente creato per aggirare l’Ucraina nel transito della fonte d’energia verso l’Europa. Dopo l’annuncio dello stop il premier polacco Mateusz Morawiecki avrebbe assicurato ai parlamentari che il paese affronterà “questo ricatto con la pistola puntata alla testa senza che i polacchi se ne accorgano”, ricordando che la Polonia ha 2,3 miliardi di metri cubi di riserve di gas, sufficienti per un mese e mezzo o anche più in caso di rialzo delle temperature.
L’infrastruttura in questione è un oleodotto lungo oltre 4mila chilometri che attraversa quattro Paesi: Russia, Bielorussia, Polonia e Germania. Progettata negli anni Novanta, la Yamal-Europe line ha una capacità di 33 miliardi di metri cubi di gas l’anno, raggiunta già nel 2005 a conclusione della costruzione dei vari segmenti. Il tracciato si è sviluppato dal giacimento di Urengoy in Siberia (con il progetto di arrivare fino alla penisola di Yamal) fino a Francoforte. La parte russa è nelle mani del gigante Gazprom, quella bielorussa è di proprietà di Gazprom ed è gestita da Beltransgaz, quella polacca fa capo a EuRoPol Gaz (una joint venture tra aziende polacche e Gazprom).
La Russia è il secondo produttore mondiale di gas naturale, dopo gli Stati Uniti, possiede le maggiori riserve ed è il più grande esportatore: nel 2021 il paese ha prodotto 762 miliardi di metri cubi di gas naturale e ha esportato circa 210 miliardi di metri cubi tramite gasdotti. La Iea (Agenzia internazionale dell’energia) sul proprio sito precisa che il gas naturale russo ha rappresentato il 45% delle importazioni e quasi il 40% della domanda di gas dell’Ue, con Germania, Turchia, Italia, Bielorussia e Francia come maggiori importatori. Poco meno di tre quarti del gas russo è diretto nei paesi europei dell’Ocse. Gazprom, di proprietà del Cremlino, è il primo produttore di gas, ma la sua quota è diminuita negli ultimi dieci anni, poiché Novatek e la compagnia petrolifera Rosneft hanno ampliato la loro capacità di produzione. Tuttavia rappresenta ancora il 68% della produzione di gas russo esportato nel 2021 attraverso il corridoio nord (Nord Stream e Yamal, appunto).
Per il resto praticamente tutto il gas che la Russia esporta verso l’Europa occidentale attraversa l’Ucraina, eccettuata la piccolissima percentuale di metano che arriva nei porti europei via nave in forma liquefatta. L’Ucraina è di fatto il transito naturale dei gasdotti che partono dai grandi giacimenti russi ed arrivano nel vecchio continente. Attraverso rotte di transito dirette sia tramite gasdotti sia inviando gas in Europa (compresi Blue Stream e Turkstream).
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