
Alla vigilia dell’arrivo a Varsavia del presidente americano Joe Biden, il governo polacco mette alla porta in un colpo solo ben 45 diplomatici russi, accusandoli di essere spie “pericolose per la sicurezza interna ed esterna della Polonia”. E Mosca prontamente minaccia, promettendo una risposta “appropriata”. “In modo assolutamente coerente e determinato, stiamo smantellando la rete dei servizi speciali russi nel nostro Paese”, ha annunciato il ministro dell’Interno polacco Mariusz Kaminski. E in questo quadro, nell’arco di cinque giorni “45 spie russe che si fingono diplomatici” dovranno lascare la Polonia. L’ambasciatore russo a Varsavia, Sergey Andreyev, ha replicato a stretto giro sostenendo che “non ci sono motivi per questo tipo di accuse” e che la Russia si riserva il diritto di adottare misure di ritorsione. Le relazioni diplomatiche bilaterali, tuttavia, continuano: “Le ambasciate restano, gli ambasciatori rimangono”, ha detto Andreyev.
5 giorni per lasciare il paese, ad eccezione di un individuo
Il portavoce del ministero degli Esteri polacco Lukasz Jasina ha affermato che ai russi sono stati concessi cinque giorni per lasciare il Paese, ad eccezione di un individuo particolarmente pericoloso che deve partire entro 48 ore. Già ieri, il servizio di controspionaggio polacco ABW aveva reso noto di aver “arrestato un cittadino polacco sospettato di spionaggio per i servizi segreti russi”. Si tratta di una persona che “ha lavorato negli archivi dell’ufficio del registro di Varsavia”, e la sua “attività ha rappresentato una minaccia per la sicurezza della Polonia”.
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