Estero
Scappa il vice di Gazprombank, “combatterò per Kiev”
Redazione
3 anni fa

Si apre una nuova crepa all’interno dell’establishment economico russo dopo l’invasione dell’Ucraina. Igor Volobuev, vicepresidente di Gazprombank, il terzo più importante istituto di credito del Paese, ha annunciato di essere fuggito per andare a combattere al fianco delle forze di Kiev. “Non riuscivo a guardare quello che la Russia stava facendo alla mia patria”, ha detto l’alto funzionario. Il quarto finora ad aver fatto una scelta così drastica, in aperta contestazione al Cremlino.

Chi è

Volobuev, 50 anni, nato nella città ucraina nord-orientale di Okhtyrka, ha rivelato di aver lasciato la Russia lo scorso 2 marzo in un’intervista a The Insider, giornale on-line indipendente. “Non potevo più restare. Sono ucraino di nazionalità, non potevo più osservare dall’esterno. Il mio ritorno è una sorta di pentimento, voglio lavare via il mio passato russo. Voglio rimanere in Ucraina fino alla vittoria”, ha detto l’ormai ex oligarca, licenziato a causa della sua fuga, che ha posto fine a una carriera di 33 anni all’interno di società affiliate con il colosso statale del gas Gazprom. E in particolare di Gazprombank, uno dei principali canali per i pagamenti di petrolio e gas russo, finito nel mirino delle sanzioni di Londra e Washington.

Toni durissimi

Nell’intervista colpiscono i toni durissimi nei confronti di Vladimir Putin, anche se in qualche modo edulcorati da una condanna estesa a tutti i russi. Volobuev ha definito l’aggressione della Russia contro l’Ucraina un crimine di guerra: “E questo è un crimine da parte di Putin, del governo russo e, di fatto, del popolo russo. Perché non è Putin che uccide gli ucraini qui, non è Putin che violenta le donne. Questo è il popolo russo. E anche io, sebbene ucraino di nazionalità, ne sono responsabile”. Con la fuga dell’ex numero due di Gazprombank sale ad almeno quattro il numero di funzionari nelle alte sfere dell’economia e della politica russe ad aver voltato le spalle allo zar a causa dell’invasione in Ucraina. Avevano fatto lo stesso il primo vicepresidente del consiglio di Sberbank (il maggior gruppo bancario russo), Lev Khasis, ed il numero due della compagnia di bandiera Aeroflot, Andrei Panov. Ma soprattutto Anatoly Chubais, padre delle privatizzazioni in Russia e considerato uno degli uomini più vicini a Putin. Che a fine marzo aveva fatto perdere le sue tracce lasciando il Paese e l’incarico di inviato speciale del Cremlino per il clima.

Altrettanto clamore avevano destato le dimissioni di Vagit Alekperov dalla guida della Lukoil, il primo gruppo russo privato del petrolio. Secondo alcuni, proprio per le sue posizioni critiche nei confronti di un conflitto in Ucraina che, tra le altre cose, sta mettendo in grande difficoltà l’economia russa ed i suoi oligarchi, sotto i colpi delle durissime sanzioni occidentali. La notizia della fuga in Ucraina di Igor Volobuev è arrivata pochi giorni dopo il ritrovamento del cadavere di un altro ex alto dirigente di Gazprombank (ed ex consigliere del Cremlino), il 51enne Vladislav Avayev. Nel suo lussuoso appartamento di Mosca, con una pistola in mano accanto ai corpi senza vita della moglie incinta e della figlia di 13 anni. Per gli investigatori si è trattato di un omicidio-suicidio, ma la sua morte resta avvolta nel mistero. Così come quella del top manager del gigante energetico Novatek, Sergei Protosenya, in Spagna. Che si sarebbe impiccato dopo aver ucciso la moglie e la figlia. Per Volobuev, tuttavia, le spiegazioni ufficiali sulla morte dei due oligarchi non convincono: “Penso sia stata una messa in scena. Forse Avayev sapeva qualcosa e rappresentava un pericolo”.

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