Estero
“Presto lo sblocco dell’export di grano”
Redazione
3 anni fa

Il presidente russo Vladimir Putin sta conducendo una “cinica guerra del grano” bloccando i porti ucraini: è l’accusa senza riserve dell’Occidente al vertice mondiale di Berlino voluto dalla ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock per mandare un “segnale” al G7 di Elmau (Germania) al via domenica prossima, e frenare l’emergenza alimentare. Uno “tsunami” in grado di travolgere i paesi in via di sviluppo.

Nelle stesse ore da Ankara, che su questo drammatico nodo sta tentando una mediazione, arriva un po’ di speranza: sarebbe stato trovato un “consenso generale” per sbloccare l’esportazione del grano dai porti dell’Ucraina, secondo il ministro della Difesa Hulusi Akar.

L’intesa verte sulla “creazione di un centro a Istanbul per le operazioni e la gestione sicura e ininterrotta di questa attività da parte dei soldati turchi, russi e ucraini insieme, oltre che con l’Onu”. E nei prossimi giorni, ha aggiunto, “potrebbero esserci sviluppi positivi e si potranno adottare misure concrete”.

La prospettiva è stata salutata con favore anche dal governo tedesco, che ha lanciato l’iniziativa di un summit a cui ha preso parte, fra gli altri, anche il segretario di stato statunitense Antony Blinken. A Berlino è arrivato anche il ministro dell’Agricoltura ucraino, Mykola Solsky, che ha ringraziato per la “cooperazione senza precedenti” e ha accennato a “misure concrete per stabilizzare i prezzi”.

Da Berlino si è puntato il dito in modo netto contro Putin, l’unico responsabile di una “situazione drammatica” che potrebbe diventare uno “tsunami” nelle parole della ministra verde. A causa del cambiamento climatico e della pandemia sono 345 milioni le persone a rischiare carenza di cibo, con l’invasione russa in Ucraina che aggrava ulteriormente la situazione. “La guerra in Ucraina ha reso quest’onda uno tsunami”, nelle parole della energia ministra verde. “Il nostro messaggio come G7 è chiaro, non lasceremo che la guerra della Russia faccia precipitare il mondo nella fame”, ha detto a margine di una ministeriale dei sette Paesi. “L’unica ragione per cui questo accade è l’aggressione della Russia all’Ucraina e i blocchi del grano praticati da Mosca”, ha fatto eco Blinken.

A stretto giro ha replicato però lo zar in persona, che ha accusato l’Occidente di alimentare un’atmosfera di “isteria” sulle esportazioni del grano. “La Russia non le sta impedendo”, è l’affermazione rilanciata dalla Tass. E Mosca sarebbe pronta “a rispettare i suoi obblighi sulle forniture di energia e fertilizzanti”, mentre l’aumento dell’inflazione dipende “dalle politiche macroeconomiche spericolate dei loro governi”.

Il summit berlinese organizzato da Baerbock con i ministri dell’Agricoltura, Cem Oezdemir, e la collega incaricata allo Sviluppo, Svenja Schulze, ha fatto rumore, evidentemente, anche perché delegati di diverse nazioni del mondo hanno accusato Putin senza mezzi termini. A Berlino sono arrivate 50 delegazioni e 40 ministri, e si è tenuta una riunione del G7, con l’obiettivo di inviare a Elmau - dove da domenica si riuniscono i leader dei sette Paesi più industrializzati del pianeta - un “segnale chiaro” proprio sul disastro in corso a causa del blocco del grano ucraino nei porti del Mar Nero. Prima della guerra l’Ucraina esportava 5 milioni di tonnellate al mese di cui beneficiano 400 milioni di persone nel mondo. Ora si riescono a trasportare solo 1,7 milioni di tonnellate, “e ogni tonnellata conta”, ha scandito Baerbock.

Fra le opzioni di cui si è parlato al vertice anche quella di trovare “rotte alternative”, anche se si tratta di una ipotesi costosa e non priva di limiti, secondo Oezdemir. Il segnale di Berlino riguarda però anche la necessità di intervenire sul fabbisogno finanziario provocato dalla guerra: servono 44 miliardi di dollari quest’anno.

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